I vestiti e i tabulati telefonici incastrano i ladri del Sacro Cuore

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“Voglio esprimere tutta la mia gratitudine nei confronti dell’Arma dei Carabinieri e del capitano Iacovelli in particolare. In questi frangenti si vede la comunità che si stringe alla scuola: abbiamo ricevuto tante attestazioni di solidarietà e tanti messaggi di offerte di aiuto e anche di questo vogliamo essere grati. La rassicurazione è che cercheremo di aumentare il sistema di sicurezza che ha comunque permesso di trovare i colpevoli”. Sono queste le parole del preside dell’Istituto Sacro Cuore Claudio Cavazzuti dopo che i Carabinieri della Compagnia di Carpi hanno individuato i responsabili del furto dei 23 computer.

Il comandante Alessandro Iacovelli ricostruisce i fatti: in due sono entrati intorno alle quattro della notte tra martedì e mercoledì dal cancellino pedonale di via Curta Santa Chiara, lasciato inavvertitamente aperto, e dopo aver fatto il giro dell’edificio hanno sfondato una porta dalla parte del cortile dell’oratorio cittadino. Una volta dentro hanno fumato e bevuto il caffè poi hanno cercato qualcosa da rubare. Hanno recuperato la chiave dell’aula insegnanti dove hanno sfondato l’armadio per rubare i primi sei computer. Successivamente sono saliti al secondo piano e hanno sfondato la porta dell’aula di informatica da dove hanno asportato 17 computer portatili su 24. Li hanno messi un cesto, in una custodia per chitarra e in due sportoni.

Dopodiché i due hanno chiamato un terzo amico che li ha raggiunti nei pressi dell’entrata principale per aiutarli nel trasporto dei 23 pc rubati. Li portano inizialmente a ridosso di un parco in via Spinelli dove li nascondono. Uno dei tre assonnato va a casa.

Gli altri due prendono alcuni computer, otto in tutto, e li portano a un ricettatore di origine argentina residente in via Svezia: li acquisterà per 150 euro che i due spendono subito in divertimenti (resteranno loro solo 50 euro). Nascondono altri cinque pc nella boscaglia lungo la tangenziale Bruno Losi.

Quando decidono di nascondere dieci computer nella siepe vicino a via Lugli, un uomo alla guida di un furgone li vede e loro scappano. L’uomo non darà l’allarme ai carabinieri, anzi… i militari non hanno nemmeno trovato i computer che l’uomo potrebbe essersi preso.

E’ grazie alla visione dei filmati delle telecamere che i carabinieri sono riusciti a individuare i colpevoli che si erano cambiati i vestiti lasciandoli però in casa. L’andatura e il pantalone con la banda rossa, così come la felpa con lo stemma di un altro comune sono stati sufficienti per risalire a due diciannovenni e un diciottenne, due maghrebini e un senegalese. Due di loro sono gli autori della scorribanda dello scorso aprile quando con un mezzo di Seta rubato dal deposito sfondarono l’ingresso della scuola Meucci di Carpi. I tabulati telefonici li collocano dentro la scuola a quell’ora.

Arrestato per furto aggravato il 18enne tunisino che doveva trovarsi nella casa famiglia di Imola e denunciati gli altri due entrambi diciannovenni, uno senegalese e l’altro tunisino. Il 19enne senegalese avrebbe dovuto essere in casa perché è ancora in atto la misura della 'permanenza in casa' (gli arresti domiciliari dei minorenni) valida fino al 21 agosto. E' stato ricollocato presso la sua abitazione, in attesa di aggravamento della misura. Su 23 computer i carabinieri ne hanno ritrovati tredici ma il comandante Alessandro Iacovelli sta conducendo serrate indagini per consentire il ritrovamento anche dei dieci computer che ancora mancano all'appello

 

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