Il sogno di Sara si è avverato

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Ci sono bimbe che vorrebbero diventare principesse. Maschietti che sognano di essere pompieri. Piccoli che farebbero di tutto pur di conoscere l’idolo del loro cuore… Poi ce ne sono altri che si accontenterebbero di salire su un’altalena, per arrivare a toccare il cielo con un dito. Sono tanti i desideri dei bambini. Colorati e brillanti, come i loro sogni. Senza limiti, come la loro fantasia.  Alle volte però lo spettro della malattia arriva a offuscare e a far sbiadire i contorni di quei desideri. Per questo è nata Make-A-Wish Italia Onlus per regalare un sorriso e una speranza a tutti i bambini affetti da gravi patologie.  E grazie a Make-A-Wish il sogno della piccola Sara si è avverato. Aveva solo tre anni quando le fu diagnosticata la leucemia, una diagnosi spaventosa, terribile, davanti alla quale però mamma Aldora e papà Andi, entrambi di origine albanese ma residenti da anni a Carpi, non hanno mai perso la speranza.
 “E’ stata un’esperienza durissima, di quelle che ti cambiano completamente la vita ma, fortunatamente, nel Reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico di Modena abbiamo incontrato medici straordinari che non smetteremo mai di ringraziare. Sara, che oggi ha sette anni, per oltre tre non è potuta uscire, stare con gli amici, andare a scuola… la malattia l’ha fatta chiudere in se stessa. L’ha resa introversa, timida. Fortunatamente oggi le cose stanno migliorando e l’ingresso a scuola e la conoscenza dei compagni le sta facendo bene”, sorride la mamma.  Durante il calvario della malattia, dentro e fuori dall’ospedale, la coppia si imbatte casualmente nell’organizzazione no profit Make-A-Wish Italia Onlus: “l’incontro con Giovanna La Rosa, volontaria carpigiana dell’associazione è stato bellissimo. Non smetteremo mai di ringraziare lei e Make-A-Wish per quanto hanno fatto per noi”.
Lo scorso 8 dicembre, infatti, Sara, insieme ai genitori e alla sorella Noemi, è volata a Parigi “per conoscere le principesse”, sussurra piano la bimba. “In ospedale abbiamo conosciuto tante famiglie molto più sfortunate di noi. Genitori che, oltre a provare il dolore più grande che si possa immaginare, ovvero quello di avere un figlio gravemente malato, avevano perduto il lavoro e non si potevano permettere nemmeno il lusso di acquistare un gioco per i loro bimbi, per dare loro un sorriso.
Io e Andi lavoriamo entrambi e alle nostre bambine possiamo assicurare una vita dignitosa, seppur semplice. Quando ci hanno chiamati per dirci che era tutto pronto è stata una sorpresa bellissima, inaspettata. Dopo tre anni vissuti rinchiusa tra quattro mura, Sara aveva bisogno di un premio. Di assaporare emozioni mai provate. E Disneyland Paris era il suo sogno più grande”, prosegue la mamma. Il giorno prima della partenza Sara “toccava il cielo con un dito e in casa non si parlava d’altro”. Il viaggio stesso è stato una splendida avventura per lei: il suo primo aereo, una stanza d’albergo con tutti i personaggi dei cartoni animati, (“da Pippo a Bugs Bubby”, racconta Sara) e poi il parco di divertimenti. “Tre giorni intensi e straordinari che ci siamo goduti attimo dopo attimo. Tutta la famiglia è rimasta incantata dalla bellezza di Disney Paris: un tripudio di colori, di gente, di magia. Abbiamo assistito alla parata di tutti i personaggi della Disney, principesse comprese naturalmente, con tanto di spettacolo pirotecnico finale. Nonostante il freddo, ci siamo concessi ripetuti giri evitando che Sara rimanesse in piedi troppo a lungo in fila”. Nel corso della vacanza, la famiglia è entrata al parco tre volte per dare a Sara la possibilità di imprimersi nella mente e nel cuore ogni angolo senza farla affaticare troppo: “volevo vedere le principesse – racconta la piccola, due grandi occhi neri – ma alla fine la cosa che mi è piaciuta di più è stata l’attrazione dedicata a Star Wars: un viaggio alla velocità della luce attraverso le galassie. Andavamo fortissimo ma non ho avuto paura, la mamma sì, invece”.
“E’ stata un’esperienza davvero stupenda: impossibile spiegare a parole le emozioni che abbiamo provato. Dopo anni così difficili essere insieme, tutti e quattro, a Parigi, è stato impagabile. Speciale. Senza Make-A-Wish non ci saremmo mai riusciti. E’ stata l’esperienza più bella che io abbia mai vissuto. Hanno pensato a tutto, sin nel minimo dettaglio, per rendere questo viaggio meraviglioso per mia figlia e non solo. Quando ci penso mi commuovo ancora. Dopo tanta fatica e tanto dolore – conclude Aldora – questa avventura è stato un dono prezioso. Un premio speciale per la mia piccola”.
Jessica Bianchi

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