La storica pasticceria La Torre di Novi abbassa la serranda dopo 50 anni

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“Dopo 50 anni di attività – racconta Rodolfo Ceriati – abbiamo abbassato la saracinesca della nostra pasticceria con il cuore gonfio di lacrime. Per noi è un dolore, soprattutto non aver avuto la possibilità di passare subito il testimone, scongiurando la chiusura. Non abbiamo potuto evitarla né rimandarla perché per me (ho ormai superato i 70 anni) e per mia moglie, Tiziana Bigi, è arrivato il tempo di dedicarci a noi stessi, godendoci la pensione. Stesso discorso vale per la nostra stimatissima dipendente, Eugenia Restani, che per noi è stata una colonna, un sostegno che ci ha accompagnati con straordinaria professionalità e serietà sino a qui”. Per Novi, che porta ancora evidenti i segni del terremoto, e dove purtroppo le attività commerciali sono sempre meno numerose, la chiusura della storica pasticceria La Torre, gestita dalla famiglia Ceriati e da un socio, è sicuramente una perdita pesante. Un vuoto che, se presto non verrà colmato, avrà sicuramente profonde ripercussioni sulla vitalità del centro e dell’intero paese. “Venire da noi a comprare le paste e i pasticcini per il pranzo domenicale – prosegue con orgoglio Rodolfo – era per tanti novesi, e non solo, più di una consuetudine, era diventato un rito, che durava ormai da tanti anni. La clientela ci ha dimostrato un affetto incredibile: abbiamo avuto addirittura alcune persone che, appresa la notizia della chiusura, sono scoppiate a piangere in negozio. Siamo legati affettivamente al nostro lavoro, una passione che ci ha accompagnati lungo tutta la nostra esistenza. Ci mancherà molto ma adesso speriamo con tutto il cuore di trovare al più presto qualcuno che ami questa professione come noi affinché La Torre possa rinascere”.  Di fronte al negozio c’è lei, la torre di Novi crollata con il sisma del 2012, il simbolo di un paese messo in ginocchio dal terremoto ma che ha avuto, grazie alla tenacia dei novesi, la forza di ripartire, e la speranza, mai spenta, che un giorno tutto torni come prima, se non addirittura meglio.  E il primo passo, per sentirci più vivi, sarebbe rivedere le luci accese nella pasticceria, che nacque proprio sotto questa torre, e  risentire il profumo della domenica del nostro paese. “Quando succederà” – conclude il titolare – “faremo una grande festa. Non vediamo l’ora”.
Federica Boccaletti

 

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