Lo sport che unisce oltre l’autismo

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Uno dei più importanti interrogativi che si pongono i familiari di bambini autistici è relativo a  quali possano essere i percorsi migliori per avviare i propri figli a una vita il più possibile autonoma e dignitosa. Per rispondere concretamente a questi interrogativi è nata a luglio l’associazione Sopra le righe – Dentro l’autismo con sede presso la Casa del Volontariato in via Peruzzi 22, un punto d’incontro e sostegno alle famiglie di bambini e ragazzi affetti da autismo. Tra gli obiettivi principali dell’associazione vi è quello di favorire l’integrazione e le pari opportunità di bambini e ragazzi, di sviluppare attività educative e percorsi di autonomia, di sensibilizzare i cittadini e avvicinarli al mondo dell’autismo. E’ proprio ispirandosi a questi principi che è nato il progetto Multisport in collaborazione con la Polisportiva Nazareno, un progetto motorio che ha lo scopo di avvicinare i bambini della fascia di età 4-6 anni ai principali sport, con attività a carattere non agonistico, studiate e definite dal referente sportivo Enrico Cavicchioli (capo istruttore Multisport) e  Davide Testi (responsabile del settore pallacanestro della polisportiva), e di integrare un piccolo gruppo di bambini autistici dai 3 ai 10 anni, sotto la supervisione di personale specializzato e competente, tra cui la psicologa  nonché coordinatrice del progetto Cristina Cavazzoli, l’educatrice Silvia Del Regno e la terapista Veronica Bucciarelli. Il progetto si svolge due volte alla settimana, il martedì e il giovedì, dalle 17 alle 18, presso il Palazzetto dello Sport, e ogni settimana si pratica uno sport diverso.
“Lo sport è uno strumento di integrazione perfetto – spiega Paola Rossi, presidente dell’associazione Sopra le Righe – poiché crea occasioni continue di crescita dell’individuo, migliorandone le abilità motorie, sociali e personali (affermazione di sé, autostima…). Inoltre, svolgendosi in un contesto sociale e utilizzando il gioco per imparare, diventa l’ambiente ideale per tutti i bimbi. Inserendo un piccolo gruppetto di nostri bambini nelle attività di gruppo (massimo 5 partecipanti a sessione), cerchiamo di aumentare le loro possibilità di socializzazione divertendosi”.
Come hanno accolto il progetto i vostri bimbi?
“Si sono mostrati sin da subito interessati all’ambiente e alle attività proposte,  accolte con molto entusiasmo. Sempre nel rispetto dei loro tempi, si muovono liberamente nel contesto, partecipando alle attività nel gruppo”.
Quali sono le vostre aspettative?
“Ci auguriamo che questo progetto possa diventare una proposta costante e, magari, ne possano nascere altri in differenti ambiti. Se i bambini a sviluppo tipico possono praticare lo sport e fare tante altre attività (cucina, musica, arte…) perché i nostri bimbi non possono fare lo stesso?”.
Quindi avete in serbo altri progetti per il futuro?
“Sì, adesso che abbiamo un luogo fisso per le nostre attività, dotato anche di cucina, uno dei progetti in “cantiere” è quello di proporre un laboratorio di cucina come strumento per far acquisire ai nostri ragazzi abilità da spendere nella loro quotidianità. Abbiamo solo bisogno di figure esperte, come la Polisportiva Nazareno che si è proposta per lo sport, che ci possano aiutare a concretizzarlo. Infine, crediamo che portando avanti questo e altri progetti, la nostra associazione possa iniziare ad abbattere, o quantomeno scalfire, il muro delle difficoltà di integrazione dei nostri bambini in un contesto sociale che, spesso, non è preparato ad accoglierli”.
Chiara Sorrentino

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