Detox, per una moda pulita

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Sottovalutare l’importanza della filosofia green può costare caro nel campo della moda. Chi trascura il tema della sostenibilità rischia di finire nel mirino dei media e delle associazioni ambientaliste, animaliste o di protezione dei lavoratori e rovinarsi la reputazione. Ci sono casi destinati a rimanere a lungo nell’immaginario collettivo come quelli di Moncler, Benetton e Roberto Cavalli.
D’altro canto, la moda eco-compatibile rappresenta una grande opportunità per le aziende del fashion che si impegnano in una produzione senza sostanze tossiche perché si sta diffondendo tra i brand internazionali, e a ritroso sulle loro filiere, il tema della gestione responsabile delle sostanze chimiche pericolose.
Non a caso il distretto della moda di Prato ha già sottoscritto l’impegno Detox di Greenpeace, lo standard più elevato: in tutto si tratta di una ventina di aziende del pratese ma per la prima volta lo standard Detox viene adottato da un’intera filiera produttiva.
Anche Carpi Fashion System supporta il tema della moda pulita proponendo corsi gratuiti e consulenze grazie al sostegno della Regione Emilia Romagna e al co-finanziamento del Fondo Sociale Europeo: il seminario di presentazione si è tenuto lunedì 12 dicembre presso la Sala dei Cimieri e sono intervenuti Emilio Bonfiglioli, chimico tessile, e Fabio Guenza, consulente aziendale Marketing Sostenibile e Internazionalizzazione Responsabile.
“Aderire alla campagna Detox My Fashion di Greenpeace – premette Bonfiglioli – presuppone una scelta consapevole da parte dell’azienda a cui viene chiesto di eliminare l’utilizzo di tutte le sostanze chimiche pericolose entro il 2020: alchilfenoli, ftalati, coloranti azoici dannosi per il sistema riproduttivo e causa di tumori, solventi clorurati, clorobenzeni, metalli pesanti”. Per Bonfiglioli, “si tratta di una scelta praticamente obbligata dal mercato: in Cina, dove applicano un severo controllo delle merci in entrata in base allo standard GB 18401-2010 che stabilisce i requisiti per la tutela della sicurezza del consumatore, c’è il rischio che i prodotti tessili importati non passino la dogana”.
“Ad oggi le schede di sicurezza dei prodotti di cui si avvale il sistema moda – aggiunge Guenza – sono lacunose e non garantiscono seriamente produttori e consumatori. Con Detox cambia radicalmente la filosofia e, di conseguenza l’organizzazione dell’impresa e dell’intera filiera”.
Quando acquistiamo per esempio un paio di jeans, perché colpiti da un particolare effetto o lavaggio, bisognerebbe ricordare quali tipi di lavorazioni vi sono dietro. La sabbiatura dei jeans per esempio è una tecnica di sbiancamento del denim che può essere letale per gli operai del settore tessile. Una delle conseguenze più gravi è provocata dall’utilizzo di polvere di biossido di silicio, che può essere facilmente inalata e portare alla comparsa di gravi malattie. Con Detox si tratta di pensare di fare moda in modo diverso.
Sara Gelli

 

 

 

 

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