Destinati all’estinzione?

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Si nasce di meno e si muore di più, Carpi non fa eccezione e i numeri del 2015 sono da record in un senso e nell’altro. Negli ultimi dieci anni non si era mai registrato un numero così basso di nuovi bambini nati, così come non si era registrato un numero così elevato di carpigiani deceduti: 545 sono stati i nati, 731 i morti con un saldo negativo di 186 unità. Il numero dei nati è costantemente in calo se si analizzano i dati degli ultimi cinque anni: dal 2010 quando erano 724 sono progressivamente scesi fino al dato dei 545 del 2015.
Ciò nonostante la popolazione continua a crescere, meno rispetto al passato, toccando quota 70.699 con un incremento di 280 unità rispetto all’anno precedente ma con un calo drastico di chi immigra nella nostra città: erano stati registrati 3.312 nuovi cittadini nel 2014, nel 2015 sono stati appena 1.838.
Che così non si possa andare lontano l’ha capito anche il ministro Lorenzin che ha ideato il Fertilty Day, che rimane alla storia per la campagna promozionale che tanto ha fatto discutere. La prevenzione dell’infertilità, alla luce dei disagi di coloro che non possono avere figli, è comunque un problema e, alla luce dei dati che riguardano anche la società carpigiana, non solo sanitario.
A farne un’unica questione politica è stata, per esempio, la Danimarca dove la campagna di prevenzione dell’infertilità è stata accompagnata da una serie di misure come la gratuità dei servizi sanitari pubblici, incentivi fiscali, servizi sociali per sostenere la maternità. Il ministro Lorenzin quante nascite crede che si avranno in più dopo il Fertility Day?
Meglio si è mossa la Regione Emilia Romagna con l’assessore Sergio Venturi che ha parlato di tema ‘decisivo’ ribadendo che occorre orientare il welfare sull’incentivo della natalità, ad esempio dando un aiuto alle famiglie che decidono di avere figli. “Non ce l’ho con gli anziani, categoria di cui faccio parte – precisa – ma sarà difficile avere sviluppo in questo paese nei prossimi decenni se non si inverte il trend. Mi chiedo come faremo a pagare la pensione a quelli che lavoreranno tra vent’anni».
Per invertire il trend però la Regione ha puntato sulla fecondazione eterologa alla quale possono accedere le coppie che desiderano un figlio ma hanno problemi di fertilità. In poco più di un anno e mezzo sono oltre 700 le coppie in lista d’attesa, sono stati trattati solo 84 pazienti e sono nati dodici bambini. Mancano i gameti, spiegano dalla Regione, cioè non ci sono abbastanza ovuli e spermatozoi per soddisfare le richieste di tutte le coppie e per correre ai ripari si acquisteranno gameti dalle banche del seme straniere e si lancerà una campagna di sensibilizzazione per la donazione di gameti, rivolta agli uomini di età compresa tra i 18 e i 40 anni e alle donne tra i 20 e i 35. Sul piatto l’ente ha messo oltre 600mila in due anni.
Il crollo della natalità si combatte a suon di campagne pubblicitarie. Servirà?
Sara Gelli