“Un viaggio alla scoperta di se stessi”

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Si intitola Come arrivammo qui, il primo disco della band carpigiana L’Eco del Bardo: un titolo indicativo di un percorso musicale e di un’avventura artistica nata nel 2010 per volontà del batterista Paolo Decaroli e del bassista Federico Sforzi. Un progetto artistico che si è modificato nel tempo, sino all’attuale formazione che comprende le chitarre di Riccardo Sforzi e Davide Colli e la voce di Flavio Ausilio. Il disco, uscito in digitale su tutti i principali portali online, è stato presentato anche all’interno della rassegna musicale Eden Rock Cafè. Registrato al Dude Music Studio di Correggio, il disco, la cui gestazione ha richiesto circa un anno e mezzo, contiene otto brani pop-rock. “Il titolo dell’album – spiega il venticinquenne Paolo Decaroli – può essere sia un’affermazione che, aggiungendo un implicito punto interrogativo, una domanda. E infatti i brani, nel loro susseguirsi, rappresentano la ricerca di un Io impersonale volto a fondare una nuova identità dopo che si è deciso di abbandonare quella precedente”. E così il viaggio di questi cinque bardi contemporanei inizia dal distacco dai falsi idoli – Dio denaro, il pezzo d’apertura – per arrivare a una nuova modalità di concepirsi nel mondo che non rinneghi fatica e ferite patite nel percorso ma che ne faccia anzi strumenti di crescita e soddisfazione per i risultati ottenuti – L’uomo che ora sono. “Tuttavia – continua Paolo – anche questa canzone non è solo un punto d’arrivo, bensì la base per una nuova partenza, infatti l’ultimo brano, dal titolo Oceano di nuvole, invita a continuare a sognare e a non sedersi sugli allori”.
L’Eco del Bardo, i cui testi sono tutti in italiano e che musicalmente si ispira, tra gli altri, a band italiane quali Negrita, Negramaro e internazionali come Ben Harper e Red Hot Chili Peppers, continuerà a portare in giro questo primo album in autunno, nel corso di live e di veri e propri eventi culturali.
“In futuro c’è sicuramente il desiderio di continuare questo progetto – chiosa Paolo – perché, come abbiamo tentato di esprimere anche attraverso la nostra musica, il vero viaggio per scoprire se stessi non ha mai fine”.
Marcello Marchesini