Aimag, è ancora scontro

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La calda seduta dei Consigli Comunali di Carpi, Novi, Soliera e Campogalliano riuniti per la seconda volta per discutere della patata bollente di Aimag ha avuto luogo giovedì 21 luglio presso la Sala Ferraresi a Novi. Nel bel mezzo dell’estate si sono registrate parecchie assenze fra i consiglieri ma il dibattito è stato comunque particolarmente acceso e si è prolungato fin dopo la mezzanotte: da lì riavvolgiamo il nastro.

L’accalorato intervento  di Bellelli

“E’ intollerabile che si faccia disinformazione su questo tema” ha esordito nel suo intervento a conclusione della serata Alberto Bellelli, piuttosto alterato. Il riferimento è al comunicato stampa dei grillini nel quale i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle chiamavano a raccolta i loro per un presidio davanti al Municipio di Novi sostenendo che fossero ore decisive per Aimag. Invece l’assemblea è stata interlocutoria e il cammino per arrivare a una scelta, il cui termine era stato fissato inizialmente per il 31 luglio, proseguirà fino a quando i Consigli Comunali non saranno chiamati a votare.  Non ci sta il sindaco di Carpi a sottostare al fuoco di fila delle opposizioni che durante la serata hanno insistito chiedendo conto a più riprese del modello di fusione proposto e richiama i consiglieri alle loro responsabilità citando la delibera votata all’unanimità a marzo quando non fu rinnovato il patto parasociale con Hera. “Lì si prende atto della decisione della Direzione del patto di sindacato di convergere verso un modello di aggregazione che preveda una forte integrazione/fusione. E voi quella delibera l’avete votata”. Si scalda Bellelli anche quando risponde a chi ha definito la serata inutile sottolineando la scarsa eleganza di chi dall’interno del Patto di sindacato lascia filtrare notizie sulla stampa anticipando le assemblee ma ricordando che i Consigli Comunali sono sovrani rispetto alla decisione definitiva sul percorso e che i Comuni sin dall’inizio si sono impegnati a presentare gli aggiornamenti ai civici consessi. “Mi asterrò – ha assicurato Bellelli – da qualsiasi tipo di azione che possa rendere Aimag meno competitiva”.

Le opposizioni dicono no

Prima dei sindaci erano intervenuti i gruppi consiliari: quelli di opposizione non hanno risparmiato critiche a un percorso giudicato molto poco trasparente e partecipativo. “Diteci che avete scelto Hera e che troverete un modo per arrivarci” ha detto Cristian Rostovi (Fratelli d’Italia), mentre Monica Medici del Movimento Cinque Stelle agitando per aria la documentazione che aveva in mano ha ribadito che si svende un ‘gioiello’ di azienda. “La situazione finanziaria delle tre multiutility – ha detto la Medici – e l’esposizione nei confronti delle banche sono ben diverse: Aimag ha un patrimonio di 169 milioni e debiti finanziati per 71 milioni (42% rispetto al patrimonio), Tea ha un patrimonio di 124 milioni e debiti per 77 (62), Hera che ha un patrimonio di 2 miliardi e 358 milioni ha accumulato debiti per 2 miliardi e 944 milioni pari al 124% del patrimonio. La performance di Aimag è pari a un 8,22%, quella di Tea raggiunge il 7,55% mentre Hera si ferma al 6,86%. Noi svendiamo un  gioiello basandoci su leggi che attendiamo da anni e ancora non esistono. La fusione è un mezzo: per raggiungere quale scopo?” ha concluso la Medici dichiarando la propensione dei grillini per la partnership con Piacere Aimag per preservare la multiutility e darle robustezza senza cederla . E’ andata giù duro anche Anna Azzi (Carpi Futura) che ha rilevato come dall’ingresso di Hera in Aimag nel 2009 non ci siano stati vantaggi per la multiutility di casa nostra e ha definito “un bestiale atto di forza” la scelta del matrimonio col colosso bolognese. Andrea Ferraresi di Uniti per Novi sulla stessa linea ha parlato di “scippo non autorizzato. Se la gestione fosse rimasta in house e nel 2009 non avessimo ceduto il 25% delle azioni a Hera oggi non dovremmo nemmeno preoccuparci delle gare del gas, ma ormai…”.

La rottura di Arletti  contrario alla fusione

Il modello di fusione non convince nessuno fuori dal Pd e anche dentro al partito ci sono le prime crepe: nel suo intervento il consigliere Roberto Arletti (Pd)  è stato molto chiaro affermando che respinge il modello della fusione per incorporazione. A sondare la possibilità di una fusione erano stati proprio gli approfondimenti richiesti dalla Direzione del Patto di Sindacato in rappresentanza dei ventuno comuni soci: Hera, così come fin dall’inizio, ha avanzato la proposta di una fusione per incorporazione (in uno o due tempi), Tea Mantova ha ideato una holding in cui le due aziende resterebbero come sotto-holding, mentre con Piacere Aimag rimarrebbe sostanzialmente tutto com’è perché il modello sarebbe quello della partnership.  Si può concordare sulla necessità di un dimensionamento di Aimag affinchè possa concorrere alle gare del gas così come si profileranno se verrà approvata la Riforma Madia, ma sono ancora troppi i se. “Oggi qui ci sono degli indirizzi e bisogna chiamare i soggetti – ha sottolineato il funzionario comunale Romana Mattioli, incaricata di illustrare le slide – a fare proposte più concrete sul fronte degli impegni finanziari, dell’occupazione, dei presidi sul territorio, dell’occupazione e dell’organizzazione dei servizi”.

Sara Gelli

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