La potenza della voce

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Siamo nati con un vagito. E da quel giorno abbiamo fatto sentire la nostra voce…

La voce, pur facendo naturalmente parte di noi, è uno strumento il cui potenziale è spesso poco conosciuto: ma la voce può diventare uno strumento di conoscenza di sé e del mondo? E’ proprio questo l’affascinante interrogativo indagato dalla poliedrica artista carpigiana Barbara Truzzi nel suo libro Il canto consapevole (Edizioni Artestampa di Modena). “Il canto consapevole ci mostra la voce per ciò che è: uno strumento di evoluzione della coscienza. Il mio – spiega l’autrice –  non è un manuale di tecnica canora riservato esclusivamente a chi usa la voce per professione. Questo volume, che si presenta come un apparente dialogo tra un maestro e un allievo, è in realtà un incontro tra il Sé, depositario di conoscenza, e il ricercatore del benessere che ha deciso di utilizzare la voce quale strumento per evolvere nella comprensione di se stesso e dell’altro. Questo libro non obbliga il lettore, bensì gli consente di costruire la propria strada, scegliendo i temi d’interesse e, quindi, percorrendo traiettorie di lettura personale”.  Personale è infatti l’approccio che l’autrice adotta nella relazione di apprendimento: nel qui e ora dell’esperienza didattica, l’allievo viene invitato innanzitutto a sentire. Sentire la propria voce, il proprio corpo nello spazio e la relazione che instaura con gli altri attraverso il canto. Barbara indica come riconoscersi negli occhi dell’altro, ovvero nello sguardo che si instaura tra voci desideranti. “Imparando a sentire  – prosegue Barbara Truzzi – l’allievo avvia il proprio percorso di consapevolezza: apprende come farsi carico dei propri vissuti, dei propri desideri, entrando allo stesso tempo in contatto con ansie, muri e difese”. Secondo l’autrice, l’apprendimento della voce passa innanzitutto attraverso l’educazione all’ascolto. Così come la comunicazione non passa soltanto attraverso la parola udibile, il canto è la capacità di condividere ritmo e intonazione e, in quanto tale, ci pone dinanzi, con forza, il tema della qualità del nostro udire. Del nostro porci in relazione con l’altro. Di (con)sentire col nostro interlocutore.
“Il canto – sorride Barbara – restituisce all’allievo la gioia di vivere”. L’emissione vocale intonata e armonica produce nel corpo del cantore e in quello dell’ascoltatore un piacere squisitamente fisico. Ma il canto è anche una potente porta d’accesso al proprio mondo interiore. Quello emozionale, il più nascosto. Il canto appreso con il metodo indicato da Barbara Truzzi è una strada per scoprire se stessi. Per accettarsi e amarsi. Un presupposto fondamentale per stringere relazioni accoglienti e significative con chi ci sta intorno.
J.B.