Amici si diventa…

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Una commedia agrodolce che scalda il cuore e rischiara l’animo portando il favolismo a patti con la realtà. Così è stato definito il piccolo capolavoro firmato da Olivier Nakache ed Eric Toledano, Intouchables (Quasi amici nella traduzione italiana). Ed è proprio da quella pellicola, capace di raccontare il complesso rapporto tra un miliardario paraplegico francese e il suo aiutante personale, immigrato nero e politicamente scorretto, che muove i suoi primi passi il progetto Avvicinabili: quasi amici (che vede uniti Il Tesoro Nascosto, Progetto per la Vita, Fondazione Dopo di Noi, gli Scout della Diocesi di Carpi, l’Ausl, l’Unione delle Terre d’Argine, l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Carpi e l’Università di Modena e Reggio Emilia).
“Il rapporto che lega i due protagonisti muta col tempo, trasformandosi in una commovente amicizia e in un reciproco arricchimento. L’idea che sta alla base del nostro progetto è simile: vogliamo avvicinare ragazzi normodotati a giovani Under 20 con disabilità lievi. Alcuni scout carpigiani – spiega il presidente dell’associazione Il Tesoro Nascosto, Nelson Bova – dedicheranno gratuitamente parte del proprio tempo libero ai loro coetanei, trasformandosi in una sorta di fratelli e sorelle maggiori. Naturalmente l’amicizia non si può né imporre né forzare ma la nostra speranza è che tra loro nascano relazioni significative e durature”. “Questo progetto – aggiunge Alberto Bellelli, sindaco di  Carpi – rappresenta un prezioso strumento di welfare di comunità. Associazioni e istituzioni si sono infatti unite per uno scopo comune: contribuire alla costruzione di percorsi di autonomia personale e di inclusione dei ragazzi con handicap. Un’opportunità di inserimento che appare come un vero e proprio investimento sulla loro vita futura. L’inclusione sociale non passa solo attraverso l’erogazione di servizi ma anche tramite progetti di comunità, all’interno dei quali tutti i soggetti del territorio fanno la propria parte”. E a rilanciare l’importanza di valori quali “solidarietà, gratuità e reciprocità” è il direttore del distretto sanitario di Carpi, Claudio Vagnini: “da anni strumenti educativi come la peer education o il care giving hanno dimostrato la loro efficacia. Questo progetto va nella medesima direzione: la nostra speranza è che sia in grado di sollevare un’onda straordinaria, capace di trascinare la società tutta. E chissà che dopo gli scout non sia la collettività in generale a comprendere l’importanza di farsi carico dei più fragili”. Avvicinabili: quasi amici infatti nasce per colmare un vuoto e rispondere alle esigenze delle famiglie, come spiega la dottoressa Emma Avanzi, responsabile della Neuropsichiatria di Carpi: “i genitori dei disabili lamentano  una forte carenza in termini di inclusione sociale e di relazioni amicali. I loro figli, aldilà delle ore trascorse a scuola, sono quasi sempre soli e in casa. La proposta del Tesoro Nascosto pertanto rappresenta una boccata d’ossigeno per queste famiglie. I progetti di vita dei ragazzi con disabilità vanno oltre la cura ma, spesso, servizi e istituzioni dimenticano – o trascurano – l’importanza dell’inclusione sociale. Solo attraverso progettualità integrate, tra enti e associazioni, si possono offrire a questi ragazzi quelli che amo definire crediti di salute. Crediti per la loro crescita. La loro vita”.
La crescita, la lenta ma graduale indipendenza dalla famiglia, passa anche attraverso l’amico che diventa un punto di riferimento, il modello da imitare, il tramite attraverso cui conoscere la realtà circostante e inserirsi nel mondo esterno. “Per facilitare la nascita di tali relazioni – prosegue Bova – siamo partiti formando delle “coppie” potenzialmente compatibili. I professionisti della Neuropsichiatria e dei Servizi Sociali hanno informato una quarantina di famiglie con figli disabili residenti nel territorio dell’Unione di questa opportunità, successivamente le associazioni le hanno contattate, creato un profilo dei loro ragazzi e, assieme ai Capi Scout degli 11 gruppi della Diocesi di Carpi, hanno esaminato i volontari, creando gli abbinamenti”.
Sinora sono 19 le famiglie, i cui figli hanno dai 14 ai 19 anni, che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, mentre sono sei le giovani scout che hanno risposto presente all’appello: “noi siamo positivi e speriamo che il progetto cresca e coinvolga un numero sempre maggiore di famiglie e volontari”, conclude il presidente del Tesoro Nascosto. Naturalmente i giovani scout non saranno lasciati soli. Ad aiutarli ad acquisire gli strumenti necessari per gestire la relazione col proprio compagno disabile ci penserà  l’Università di Modena e Reggio Emilia che, gratuitamente, si è resa disponibile a formare i volontari pronti a lanciarsi in questa avventura. “Il nostro ateneo, seppure di medie dimensioni, costituisce un punto di riferimento per l’intero territorio nazionale in fatto di accoglienza di giovani disabili. Su 23mila iscritti, ve ne sono 182 con disabilità e 170 affetti da Dsa. Il numero di questi ragazzi è cresciuto esponenzialmente così come il desiderio dell’università di garantire loro il necessario diritto allo studio e pari opportunità di formazione. L’ateneo – sottolinea Giacomo Guaraldi, referente di Unimore per l’area disabili – si è sempre più aperto al territorio e agli enti e alle associazioni che vi operano per fare la propria parte nell’abbattere le barriere culturali che ancor oggi resistono. La cultura dell’inclusione e della disabilità infatti, appartiene purtroppo soltanto a una minoranza, pertanto si rende necessaria un’opera di sensibilizzazione della cittadinanza. L’opera che condurranno gli scout carpigiani va proprio in questa direzione. Dal 2007 formiamo dei tutor in ambito universitario attraverso dei corsi specifici: figure amicali che affiancano i loro compagni disabili. Tutto il materiale didattico, le competenze e l’esperienza accumulata saranno messi a disposizione degli scout”.
Avvicinabili: quasi amici  è già iniziato: lo scorso 10 gennaio i volontari hanno ideato, di loro iniziativa, una festicciola coi loro nuovi amici nei locali della Parrocchia di Quartirolo.
Jessica Bianchi

 

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