“E’ la prima volta in vita mia che mi sento così indifeso”

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Da anni il carpigiano Matteo Sacchi lavora nel campo della ristorazione e vive nella capitale francese, dove ha sposato la parigina Olivia. Nel suo racconto, come in quello di tanti, a emergere con forza è soprattutto il senso di straniamento. Di insicurezza.
“Credo sia la prima volta in vita mia che mi sento così indifeso: una sensazione mai provata prima. Pur non volendo mancare di rispetto a tutte le persone uccise durante gli attentati di gennaio, questa volta gli attentatori hanno preso di mira il popolo intero: noi tutti!
Perché? E’ tutto così irreale! Un incubo”. I media francesi da subito hanno paragonato gli attacchi “all’11 settembre americano”, prosegue Matteo.
“Per fortuna io e mia moglie Olivia eravamo in casa, tranquilli, a guardare la televisione, quando mia madre da Carpi mi ha chiamato per sapere cosa stava succedendo.
A partire da quel momento, venerdì 13, intorno alle 22,30, abbiamo passato un weekend intero barricati dentro al nostro appartamento, davanti alla Tv, giusto una fuga veloce al supermercato di fianco a casa, per riempire il frigorifero. Non puoi immaginare: è stato terribile. Un vero e proprio orrore: parenti e amici ci hanno bombardato di messaggi per sapere se eravamo ancora qui, se stavamo bene; abbiamo ricevuto notizie di amici di amici che hanno perso la vita, di colleghi della ristorazione che erano al concerto e ora non sono più tra di noi, rumore di elicotteri, ambulanze, sirene per tutta la notte”, raccontano Matteo e Olivia. Poi è arrivato lunedì e il ritorno al lavoro: “riprendere la metro, la paura di pacchi bomba, di kamikaze, di sparatorie, la sensazione di non sentirsi al sicuro, cercare di evitare gli agglomerati di gente, ma come fai in una città di 13 milioni di abitanti? E’ impossibile.
Il procuratore della Repubblica ha dichiarato che in tutta la Francia ci sono 11mila sospetti iscritti nella lista di possibili attentatori: ma cosa aspettano se sanno chi sono? Il popolo francese è forte, la gente esce anche se ha paura, si resta uniti, si cerca di non cadere nella trappola del terrore che i jihadisti provano a instillare in tutti noi, impegnati ogni giorno a lottare contro il terrorismo. Insieme. Liberté, égalité, fraternité et vive la France”.
Jessica Bianchi