NOI C’ERAVAMO …

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NOI C’ERAVAMO …
Giovedì 1° ottobre si è aperta la Festa del Racconto di Carpi. Noi c’eravamo, anche se un po’ in sordina, ma c’eravamo.
Nella meravigliosa cornice della Sinagoga di Carpi abbiamo parlato di carcere con chi era presente, pochi, ma interessati  a partecipare.
Paola, Pier e Stefano hanno raccontato il carcere attraverso gli scritti dei detenuti e delle detenute.
Frasi toccanti, rime drammatiche, di chi la detenzione la vive da anni sulla propria pelle e fatica a sopportarla.
Il pomeriggio, invece, al Campo Fossoli, gli studenti ed i docenti delle scuole superiori hanno gradito l’invito e sono venuti ad assistere alla performance del gruppo di ragazzi del “Meucci Lab” accompagnati dai professori Marcello Bertolla, Francesco Mele e Ciro Severino.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile l’evento, in particolare la Fondazione Ex Campo Fossoli che ci ha donato gli spazi e le attrezzature necessarie. Un ringraziamento all’assessore Daniela Depietri, sempre attenta alle nostre proposte, che pur avendo diversi impegni, non è mancata all’appuntamento.

EMOZIONI
Emozioni forti il pomeriggio del 1° ottobre  all' ex Campo di Fossoli…  le ragazze e i ragazzi di Meucci Lab hanno toccato le corde piu' profonde e sono stati il tramite tra il carcere e l'altro lato… i testi letti ci hanno colpito e segnato. Le ragazze e i ragazzi hanno interpretato con trasporto ed empatia i pensieri sussurrati o urlati delle detenute e dei detenuti …
nel pomeriggio di oggi, il carcere non e' stato il luogo oscuro e reietto da ignorare e relegare nella discarica della societa', ma luogo popolato da persone fatte di carne ed emozioni come noi, che hanno sbagliato, che stanno pagando, che hanno diritto al riscatto …  oggi le sbarre non sono riuscite ad impedire ai loro pensieri di giungere fino a noi…  e noi li custodiremo difendendo quella dignità che la loro condizione mette a dura prova ma che nei loro scritti esplode integra e rivendica l'attaccamento alla vita.
Francesco Mele “Meucci Lab”

FINE
Sono arrivata alla fine del mio calvario. Tra poco me ne torno a casa, incredibile ma vero. Sono contenta ma nello stesso tempo terrorizzata. Non so quel che mi aspetta al di là del muro. Ma tornerò con un sorriso per la mia nipotina che verrà battezzata. E ricomincerò a vivere nell’aiutare mia figlia che si sposerà a breve.
Sonia
Auguri a Sonia per una nuova e meravigliosa vita, un abbraccio da tutti noi che ti conosciamo.

UN TOPOLINO
A volte, mi sembra di essere un topolino nella sua tana, ho spesso paura di metter fuori la testa da quel  buchino che è la porta della mia cella.
Là, fuori, ci sono tanti pericoli, gatti aggressivi, pronti a saltarti addosso e farti del male, e trappole di ogni tipo.
Ma vorrei avere più coraggio per affrontarli, non lo trovo mai.
Mi piacerebbe essere un leone per potermi difendere, ma io sono topina, paurosa e fragile e dentro di me dico: – Topina Simo, non avere paura e affronta quei gatti a testa alta e vedrai che non ti faranno più male.-
Ciao Supertopina Simo, coraggio che ce la farai.
Simo 65

GLI ANNI PASSANO
Mentre velocemente passano gli anni, io mi sento infinitamente perduta. Odio ma nello stesso tempo amo la mia identità che a volte si trasforma in uno spirito leggero. La mia vita si è persa tra le mie disgrazie e le speranze si affievoliscono nella ricerca di dare  una logica a ciò che mi resta.
Soffro sempre tanto  e a volte mi perdo in un sorriso che mi riempie di speranza. Le attese sono snervanti, le giornate noiose mi distruggono, i ritmi non esistono e se esistono non scorrono mai e poi ti rendi conto che il tempo ti supera. Nelle attese mi frulla il cervello pensando agli anni che mi sono lasciata divorare dalla galera. Poi penso che comunque non è ancora la fine  e che prima o poi riprenderò il volo, non so ancora per dove e non so più nemmeno quando arriverà quel momento. Ora spero che qualcuno allunghi le braccia e mi prenda le mani per portarmi fuori da questo mare oscuro e mi trascini a riva, verso una nuova libertà.
Natashja

AMORE DI MADRE
Tesoro di mamma, dal giorno che sei nato la mia vita è diventata la più bella e felice di questo mondo. Eri così piccino e bello che ogni volta che ti toccavano mi saliva la paura. Subito hai pianto e il tuo papi ti ha preso e portato al mio seno, ti ho dato il mio calore. Ti ho allattato e ti ho tenuto tra le mie braccia , ti ho riempito di coccole e tu facevi i tuoi primi, teneri capricci. Ogni giorno mi addormentavo con te sul mio seno, ti tenevo sempre accanto. Per i primi tre anni sono stata una mamma attenta e premurosa, mi son presa cura di te, trascurando spesso il resto, persino il papà. Il ricordo dei tuoi primi sogni mi ritorna sempre agli occhi, perché di notte mi svegliavo spesso per guardarti dormire. Sei bellissimo amore mio, tu sei il più bel dono che la vita mi ha fatto. Non sai quanto ti amo!
Dalla cella (Katia)

Il gruppo di lavoro della sezione femminile della Casa Circondariale S.Anna di Modena (dal progetto di laboratorio espressivo d’Arte e di Danzamovimentoterapia  proposto e realizzato da ArServizi di Carpi e promosso dall’associazione Gruppo Carcere-Città di Modena rinnova l’invito a partecipare a questa rubrica con pensieri, articoli o lettere indirizzate a: info@arservizi.org