Allattare e lavorare si può. Anche le mamme che devono tornare al lavoro dopo pochi mesi dal parto possono continuare ad allattare i propri figli. Per spiegare come riuscirvi si sono riuniti relatori dalle diverse professionalità in occasione della conferenza Allattamento e lavoro: mettiamoci al lavoro organizzata dal GAAM (Gruppo Aiuto Allattamento Materno) sabato 17 ottobre, nell’ambito della Settimana Mondiale per l’Allattamento, grazie al sostegno economico del Rotary Club di Carpi. Innanzitutto è la politica che deve aiutare le famiglie con una serie di interventi per la tutela di genitori e bambini, come ha spiegato l’assessora Daniela Depietri: “le attività del Centro per le Famiglie, la consulenza per la compilazione delle domande di maternità e congedo parentale, l’assegno di maternità e quello per le famiglie numerose e il progetto sulle gravidanze difficili sono le principali azioni messe in campo dall’Amministrazione Comunale”.
Lorena Manicardi, pedagogista del Coordinamento dei nidi d’infanzia dell’Unione Terre d’Argine, è entrata nel vivo del tema allattamento illustrando il protocollo dell’Asl che consente alle mamme di lasciare al nido il proprio latte tirato, in modo da facilitare la prosecuzione dell’allattamento. “Questo – ha precisato Manicardi – insieme alle modalità di ambientamento graduali, dovrebbe conciliare le esigenze di mamme, piccoli e servizi educativi”.
Sul tema della conciliazione ha invece preso la parola Tamara Calzolari, responsabile welfare della Cgil, approfondendo le varie opportunità previste dalla legislazione italiana comprese le novità del DLgs 80/2015 che rende possibile il frazionamento dei congedi parentali alla mezza giornata e retribuibili al 30% fino a 6 anni.
“La cultura sui luoghi di lavoro – ha chiosato Calzolari – deve ancora cambiare: a fronte di alcuni miglioramenti, i diritti di madri e padri non sempre vengono rispettati”.
In un panorama aziendale in cui spesso la maternità viene penalizzata, un’isola felice è rappresentata dalla multinazionale Tetra Pak che si fonda sull’imprescindibilità del valore umano: “il miglior investimento che un’azienda possa fare è sulle persone”, ha esordito il responsabile risorse umane Gianmaurizio Cazzarolli, e la lunga serie di benefit dei dipendenti del colosso industriale lo rende evidente. Oltre alla flessibilità e alla possibilità di gestire autonomamente il proprio lavoro, i genitori godono di congedi parentali retribuiti al 50%, di un contributo aziendale per il nido d’infanzia e di convenzioni con le baby-sitter.
“Questa politica – assicura Cazzarolli – garantisce un ritorno economico all’azienda, che vanta tassi di assenteismo inferiori al 2%. Quando una delle nostre dipendenti rimane incinta, inizia un percorso: attraverso attività di counseling si inizia a pianificare il passaggio di consegne e, successivamente, si pianificherà il ritorno della neo-mamma, che deve avvenire quando lei si sentirà pronta. Una donna in maternità sta facendo un’esperienza che la farà tornare al lavoro più ricca di prima”.
Ma come può una mamma che allatta organizzarsi concretamente in vista del ritorno al lavoro?
“La parola chiave è prepararsi – ha sottolineato l’ostetrica del Consultorio Giancarla Arioli – esplorando per tempo tutte le risorse disponibili per riuscire a gestire il passaggio dalle giornate un po’ sregolate dei primi mesi ai ritmi ben scanditi richiesti dal lavoro. Può essere necessario imparare a tirarsi il latte e sapere come conservarlo e riscaldarlo. Il Consultorio può aiutare le mamme a fare il proprio piano individualizzato per non sospendere l’allattamento quando rientreranno al lavoro”.
Infine è intervenuta la psicologa Alessandra Bortolotti, autrice del libro E se poi prende il vizio? nonché presidente del Movimento Italiano di Psicologia Perinatale: ha parlato di come gestire il distacco tra mamma e bambino. “La comunicazione del vissuto emotivo è fondamentale per tutti i soggetti coinvolti: genitori, bambino ed educatrici del nido. Prendere in considerazione la dimensione affettiva e relazionale significa porre le basi della fiducia. Senza di essa i processi di distacco e ambientamento vengono ostacolati”.
Ancora una volta emerge l’importanza di una rete multidisciplinare in cui funzioni diverse dovrebbero concorrere al comune obiettivo del benessere delle famiglie. Benessere che significa poter scegliere di allattare e di continuare a farlo anche riprendendo la propria vita professionale. Questo convegno, a cura delle mamme del GAAM, ha rappresentato un ulteriore stimolo affinché nel nostro territorio si lavori in questa direzione e, come dice il motto della Settimana Mondiale per l’Allattamento, adesso “mettiamoci al lavoro!”.
Chiara Sorrentino