“In Spagna ho trovato la mia dimensione”

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Valentina Pacitti ha 30 anni, una laurea in Scienze della Comunicazione con specializzazione in Sceneggiatura televisiva e tanti progetti per il futuro. Delusa dalle precarie esperienze lavorative nel nostro Paese, due anni fa ha deciso di tentare una nuova strada all’estero, trasferendosi a Madrid.
Perchè la tua scelta è ricaduta su una nazione che dal punto di vista economico e occupazionale non versa in condizioni migliori dell’Italia?
“Anche se la Spagna si trova in una situazione di stasi economica come la nostra, qui il costo della vita é di gran lunga inferiore e io, con uno stipendio “normale”, posso permettermi di vivere in centro a Madrid senza dipendere da nessuno. A Roma o a Milano non mi sarebbe stato possibile. In Italia, dopo la laurea specialistica sono passata da uno stage non retribuito all’altro, senza mai vedere riconosciuti i miei sforzi. Ora, a Madrid, dopo aver frequentato un Master in Marketing Digitale e dopo molte ricerche e impegno sono riuscita a firmare il mio primo contratto di lavoro  in un’azienda specializzata proprio in quel settore”.
Quali sono le differenze che hai riscontrato tra i due Paesi?
“A differenza dell’Italia la burocrazia spagnola è più snella e, confrontando l’esperienza di amici italiani che hanno aperto un’attività in Spagna con quelli che l’hanno fatto in Italia, direi che non ci sono paragoni. Le agevolazioni fiscali di cui si può beneficiare nei primi tempi fanno davvero la differenza. Inoltre è stato proprio grazie a certi aiuti  concessi dallo Stato alle imprese che i miei datori di lavoro si sono convinti a cambiarmi il contratto da temporaneo a indeterminato. Sono consapevole che sarei potuta andare in Germania o in qualsiasi altro Paese con una situazione economica più favorevole, ma ho scelto la Spagna perché tra tutti è il Paese europeo che è più somiglia all’Italia: il cibo è buono, i ritmi di vita non sono massacranti ed esiste un vero e proprio culto per il divertimento e la bella vita”.
Come è stato l’impatto iniziale con la città e cosa ti piace di più dello stile di vita a Madrid?
“E’ stato incredibile. Avevo comprato un biglietto di sola andata, prenotato un ostello ed ero partita senza avere un’abitazione, nè un lavoro o degli amici, ma sin dal primo momento mi sono sentita perfettamente a casa mia.  Tutto era nuovo ed eccitante e l’unica cosa che volevo ero cominciare quanto prima la mia nuova vita spagnola. Da subito avevo ben chiaro che se solo avessi trovato un lavoro decente, non sarei più tornata in Italia.
La cosa a cui é stato più difficile abituarsi è la scansione della giornata, perché gli spagnoli sembrano averne una tutta loro: ci si alza alle 8, si pranza verso le 15, si cena alle 23 e non si va mai a letto presto. Le discoteche non si riempiono fino alle 3 di mattina e chiudono verso le 6. Ciò che in assoluto adoro di più di questa città è la possibilità di trovare tutto a tutte le ore grazie ai negozi aperti anche nel cuore della notte, oltre all’ampia scelta tra numerose proposte: cucina francese, indiana, libanese, peruviana o italiana, oltre ai ristoranti vegetariani e macrobiotici.
In quanto a feste ce n’è per tutti i gusti: da quelle più stilose a quelle dal profilo basso, per non parlare degli eventi culturali in tutta la città, le esposizioni fotografiche gratuite, gli ingressi liberi in tutti i musei, i jazz club e le gallerie d’arte che propongono colazioni e brunch”.
Vorresti un giorno tornare in Italia?
“Non ho nessuna intenzione di tornare in Italia. Per quale motivo dovrei rinunciare a tutto questo? Il mio futuro lo vedo esattamente qui!  Spero di crescere professionalmente e migliorare sempre di più nel mio lavoro, ma per niente al mondo ho intenzione di lasciare Madrid. Questa città ha tutto ciò che ho sempre cercato. Una cosa che mi sento di dire ai miei coetanei é: non abbiate paura di mettervi in gioco, non cercate scuse per non cambiare la vostra vita, se è davvero quello che volete. Io non avevo grandi possibilità economiche, solo qualche risparmio messo da parte. Sapevo che non sarebbe stato facile ma, allo stesso tempo, mi dicevo che o ci provavo ora, a 30 anni, o mi sarei dovuta accontentare per sempre.
E ne è valsa la pena. Se fosse andata male almeno avrei saputo di averci provato, perchè il segreto è proprio non smettere mai di tentare”.
Chiara Sorrentino