“Insieme fino in capo al mondo”

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Bella e solare, Caterina è una delle tante giovani carpigiane che ha deciso di inseguire il suo futuro abbandonando l’Italia a caccia di un altrove. Un luogo nel quale ai ragazzi non viene negata la speranza. Un Paese dove, con la giusta dose di grinta e determinazione, il merito viene premiato. Aperta al mondo e al nuovo, la 25enne Caterina De Filippo è uno spirito libero. Cresciuta a inglese ed esperienze all’estero. “Tutto – ci racconta – è iniziato nel 2007 quando sono partita per fare il quarto anno di Liceo Scientifico negli Stati Uniti, a Seattle. Quell’anno mi ha cambiata profondamente, mi è sembrato di vedere il mondo per la prima volta. Ho fatto esperienze diverse come la cheerleader, ho partecipato alle partite di football, al ballo di fine anno… Una volta tornata a Carpi mi sentivo un pesce fuor d’acqua e non sono mai riuscita ad ambientarmi nuovamente”.
Caterina si iscrive poi alla Facoltà di Lingue e Culture Europee per il Commercio Internazionale all’Università degli Studi di Verona ma, una volta laureata, “continuavo a faticare per trovare un posto di lavoro fisso. Durante gli studi ho fatto l’insegnante privata e la promoter, speravo che dopo la laurea la situazione sarebbe cambiata ma non è stato così”. Caterina ferma non sa stare e, quindi, il terzo anno della triennale, partecipa a un programma di scambio culturale e vola all’Università di Barcellona per tre mesi. Poi però l’amore le sferra un tiro inaspettato e, si sa, al “cuor non si comanda”, ride Caterina. “Poco prima di partire per la Spagna, all’Oltrecafè di Soliera ho conosciuto uno dei PR, Marco Pascucci e abbiamo iniziato a frequentarci: fortunatamente la distanza non ci ha ostacolati ma è solo per lui che, una volta laureata, non sono partita nuovamente per Seattle”.
Carpi però le sta stretta e quindi Caterina decide di iniziare la Specialistica di Economia a Roma. “In meno di un anno ho finito tutti i 60 crediti formativi universitari, di conseguenza, non potendo più dare esami, ho deciso di frequentare un master in Diploma di Marketing in Australia. Io e Marco stavamo insieme da tre anni e desideravamo entrambi  convivere e farci una famiglia ma era impossibile. Marco faceva il meccanico in un’officina e io continuavo a dare lezioni private: con un solo stipendio fisso in Italia, vivere è infattibile. Ho sempre saputo che in Italia non sarei rimasta ma, allo stesso tempo, non volevo perdere Marco, la mia anima gemella”.
Caterina doveva restare sette mesi nella terra dei canguri, tornare in Italia a laurearsi e capire dove sarebbe stato il suo futuro. Di nuovo l’amore l’ha condotta per altre strade… “Poco prima della mia partenza, Marco mi ha detto  di essersi messo in aspettativa per seguirmi e così ci siamo trasferiti a Brisbane”.
Come è cambiata la vostra vita?
“A Brisbane c’è il sole tutto l’anno e l’inverno non esiste (basta nebbia). Viviamo in una bella casa grande con giardino a 10 minuti dal centro e non siamo mai stati così felici. Io ho finito il primo Master e sono stata accettata alla Kaplan Business School, ho deciso di terminare la specialistica qui e frequento l’MBA Master in Business Administration: mi laureo a dicembre. Oltre agli studi lavoro part time come stagista per l’azienda Dreamin’ Australia come marketing assistant. Marco, nonostante l’iniziale barriera linguistica, ha trovato immediatamente un’occupazione grazie alle sue superbe capacità e ai 10 anni di esperienza come meccanico”.
Restare in Australia è complicato. Come avete superato gli ostacoli burocratici?
“Se vieni in Australia preparato e hai le skills (capacità) necessarie per rimanere, questo Paese può dare davvero tanto! Le persone che ce la fanno però sono una netta minoranza. Noi possiamo dire di essere quasi giunti al traguardo. La nostra breve avventura di sette mesi si è trasformata nell’avventura di una vita. Sei mesi fa infatti Marco si è licenziato dall’officina di Carpi e ha iniziato le pratiche di sponsorizzazione come capo meccanico nell’officina di Brisbane. Lo sponsor Visa 457 permette al lavoratore di ottenere la residenza permanente a due anni dalla nomina e con la PR si effettua la richiesta di cittadinanza. Incrociamo le dita”.
L’Australia è davvero la nuova terra promessa?
“Sinceramente non so cosa rispondere. Durante quest’anno ho conosciuto molte persone che non ce l’hanno fatta ma secondo me il loro errore era a monte. Molti arrivano qui per disperazione e senza un obiettivo. Noi quando abbiamo capito di esserci innamorati di questa bellissima città avevamo una missione e abbiamo fatto di tutto per raggiungerla. Lo stipendio di Marco è il triplo rispetto a quello che percepiva a Carpi e, al contrario dell’Italia, le giornate lavorative qui finiscono presto. A Carpi tornava sempre a casa tardi e la sera durante la settimana non potevamo mai uscire o svagarci: a Brisbane alle 17 è già di ritorno e, a volte, ancora non ci crede. La vita quotidiana non è così cara: la spesa e le bollette non sono dissimili a quelle a cui eravamo abituati, sono gli affitti delle case e essere alquanto salati. Qui si pagano i lussi, è costoso andare fuori a cena, dal parrucchiere e fumare (un pacchetto di media costa 20 AUD) ma, d’altronde, gli stipendi sono molto alti. Noi stiamo vivendo una realtà che, a 25 anni, in Italia si può solo sognare e ora possiamo finalmente progettare di espandere la famiglia”.
Qual è stata sinora l’esperienza più bella che hai vissuto?
“Essendo il nostro primo anno qui ci sembra di vivere un sogno tutti i giorni in quanto non ci siamo ancora abituati al quotidiano ma, dovendo scegliere, direi che il primo Natale al caldo rimarrà sempre uno dei ricordi più belli. Abbiamo la spiaggia a 15 minuti da casa e sembra di essere sempre in vacanza… Abbiamo festeggiato al mare il Natale, il compleanno di Marco (30 dicembre) e il Capodanno. Fare un pupazzo di neve di sabbia è stato molto divertente e surreale e quando alla mezzanotte dell’ultima notte dell’anno abbiamo brindato con lo champagne in acqua mentre sparavano i fuochi sulle nostre teste è stato indescrivibile”.
Cosa ti manca maggiormente della tua città?
“Sicuramente di Carpi non ci manca la nebbia… Sinceramente la vita lì ci sembra già molto lontana come se mancassimo da molto più tempo. Ci manca la pasticceria napoletana dove la domenica prendevamo le paste ma per il resto nulla anzi, possiamo dire che il distacco non sia stato per niente doloroso. Il nostro cuore sarà sempre con la nostra famiglia ma sappiamo che qui doneremo una vita meravigliosa alla famiglia che ci creeremo noi”.
Misurarsi con se stessi in un Paese straniero è difficile. Consiglieresti comunque questa esperienza ad altri?
“Nonostante adesso siamo molto felici abbiamo affrontato numerose difficoltà: adattarsi a una realtà completamente diversa non è facile. Siamo stati usati, fregati e sfruttati ma questo non ci ha fermati. Abbiamo capito come girano le cose e siamo cresciuti, maturati. Oggi siamo diventati più forti. Da quando siamo qui molti ragazzi ci hanno contattati tramite i social media per conoscere la nostra storia e avere informazioni sulla vita in Australia. Molti ci dicono che siamo stati coraggiosi. Intraprendere un’avventura dall’altra parte del mondo non è come restare in Europa, dove, se ti va male in 4 ore di volo sei a casa. Devi avere la voglia, un obiettivo, le capacità e tanta pazienza”.
Dove vedi il tuo futuro?
“Il nostro futuro è qui, a Brisbane, una città che per noi ha tutto. Io sono grata di aver conosciuto Marco quella sera all’ Oltrecafè perché questo ragazzo ha reso la vita che sognavo, realtà. Lui a Carpi aveva tutto: un lavoro fisso, un gruppo di amici storici e una famiglia amorevole. Ma quando trovi l’amore, quello vero, vai anche in capo al mondo per raggiungerlo. Sappiamo che in questa avventura c’è solo una cosa che veramente conta: ovunque saremo, ci saremo insieme”.
Jessica Bianchi

 

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