Edilizia: in crisi il modello Coop

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Lo scenario è apocalittico. Nel 2014, dopo sette anni di crisi, gli investimenti nelle costruzioni si collocano al livello che avevano nel 1967 e sono andati in fumo 890mila posti di lavoro. In occasione dell’assemblea dei soci a Carpi, il 21 febbraio scorso, il presidente di Cmb, Carlo Zini, si era riferito al periodo attuale come a un dopoguerra. “Respiriamo un clima da dopoguerra è vero – aveva detto il numero uno del colosso cooperativo carpigiano che è anche presidente di Ancpl, l’Associazione nazionale delle coop di produzione e lavoro  – ma, paradossalmente, mi viene da dire che ci sono dei segnali di ripresa”: uno spiraglio di luce fuori dal tunnel? Purtroppo no, di segnali incoraggianti ancora non se ne vedono e la crisi dell’edilizia ha colpito ancora una volta il sistema cooperativo: agli inizi di marzo sono stati annunciati 200 licenziamenti su 400 soci/dipendenti da uno dei giganti del settore, la Coop Costruzioni di Bologna.
E’ solo l’ultima puntata della grande crisi che ha lasciato sul terreno morti e feriti in questi anni tra cui la Coop Edil – Strade di Imola, la Coop Muratori di Reggiolo, la Orion, Coopsette e Unieco. I soci/dipendenti dopo quasi un secolo di storia delle cooperative si ritrovano inaspettatamente a fare i conti con l’angoscia di perdere il posto di lavoro e si fa strada la convinzione che il modello cooperativo, basato sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, non uscirà indenne dal drammatico crollo dell’edilizia. 
A Bologna la crisi della Coop Costruzioni ha bloccato i lavori al Cantierone di via Rizzoli – via Ugo Bassi e tante altre opere con scioperi e presidi sotto le Due Torri fino a quando non è stata trovata l’intesa e i 200 licenziamenti sono stati congelati. Si valuterà la possibilità di attivare ulteriori ammortizzatori sociali dopo i contratti di solidarietà, per guadagnare tempo. Tempo che si è, forse, perso in questi anni in cui più volte sono state annunciate fusioni tra le coop edili ma non si è mai andati oltre le dichiarazioni d’intenti.
Era il 2012 quando Cmb individuava la rotta da seguire annunciando la prospettiva strategica del Grande Gruppo Cooperativo con Unieco: la cooperativa reggiana è stata travolta dagli effetti della crisi nel marzo del 2013 e l’idea è stata accantonata.
Troppo tardi ormai, oggi restano in Emilia Romagna un’ottantina di cooperative edili. Di queste ben 57 stanno facendo uso di ammortizzatori sociali. L’idea di potersi salvare per aver vinto la competizione con le sorelle è illusoria perché oggi i posti di lavoro non ci sono più.  Probabilmente, e il condizionale è d’obbligo, la costruzione di grandi gruppi, magari fortemente specializzati, sotto la regia di Legacoop avrebbe potuto aprire altri scenari. Quelli che si stanno costruendo le cooperative di consumo con l’alleanza tra Coop Estense, Coop Nord Est e Coop Adriatica.
Sara Gelli
 

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