Il nuovo orario non passa: il sabato si va a scuola!

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Mentre da Parigi agli Usa si discute dell’importanza dei ritmi biologici ai fini di un miglior apprendimento a scuola, alle medie A. Pio hanno liquidato la questione in quattro giorni.
Il dibattito internazionale verte sulla rivoluzione dei ritmi scolastici orientati dalla parte dei ragazzi privilegiando la loro salute a scuola su ogni altra considerazione: in un recente articolo sul Corriere della Sera si legge che “bisogna tarare l’offerta formativa sui ritmi di apprendimento dei bambini e degli adolescenti. L’organizzazione famigliare e altri fattori funzionali agli adulti sono argomenti che secondo gli esperti dovrebbero venire dopo, molto dopo, rispetto ai ritmi biologici dei bambini e dei ragazzi, al motto di studiare meno e imparare meglio”.  A Carpi, al ritorno dalle vacanze natalizie, ai genitori delle classi quinte elementari del Comprensivo Carpi Centro e a quelle di prima e seconda media delle “A. Pio” è stata presentata nel corso di tre diverse riunioni (mercoledì 7, giovedì 8 e venerdì 10 gennaio) la proposta di un nuovo orario delle lezioni alle medie, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 14 da votare attraverso un sondaggio. A illustrare la novità è stato il Preside Tiziano Mantovani accompagnato dalla vicaria Eria Bulgarelli e da alcune insegnanti.
“Si tratta di una proposta che porta miglioramenti e che si sta diffondendo sempre più. Sul piano organizzativo, avendo tutti gli insegnanti presenti nei cinque giorni di scuola, si risolverebbero le difficoltà che esistono nel trovare docenti che sostituiscano gli assenti. Dal punto di vista didattico, il nuovo orario aprirebbe opportunità per una riorganizzazione più efficiente e funzionale delle attività della scuola. E’ una proposta che facciamo perché ci crediamo” ha detto Mantovani parlando al plurale, anche a nome degli insegnanti.
Una illustrazione non supportata da un progetto scritto e chiaro rispetto ai benefici che deriverebbero ai ragazzi sul piano dell’apprendimento da una rimodulazione oraria diversa da quella attuale che prevede lezioni dalle 8 alle 13 dal lunedì al sabato.
La reazione dei genitori non si è fatta attendere e tanti si sono mobilitati a ritmo di e-mail a difesa del benessere dei loro figli: se i ragazzi sono già stanchi e meno attenti alla quinta ora, come saranno alla sesta? E gli insegnanti, in che condizioni gestiranno la classe? Si è detto che saranno assegnati meno compiti, ma chi lo garantisce? Chi preparerebbe loro il pranzo alle 14.30? Come sarà il peso dello zaino? Ci sarà ancora del tempo libero al pomeriggio?
Un po’ meno argomentate le prese di posizione dei favorevoli alla modifica dell’orario scolastico. Che strumenti hanno avuto i genitori per riflettere e decidere? Non hanno avuto nemmeno il tempo per approfondire i risvolti pedagogici e ogni famiglia ha fatto i conti con le proprie esigenze organizzative.
Il modulo del sondaggio è stato consegnato sabato 10 gennaio e lo scrutinio si è svolto martedì 13 gennaio: 222 i contrari e 165 i favorevoli. Ora ci sarà il tempo per riflettere e approfondire e, se davvero è questa la direzione in cui la scuola è costretta ad andare, per affrontare il prossimo futuro con maggior consapevolezza.
Naturalmente è il sistema scolastico finlandese quello che sforna gli studenti più preparati d’Europa ed emerge complessivamente un’attenzione elevata ai teenager. Che qualche Paese riservi loro più attenzione rispetto a quel che si fa in Italia dove si chiudono le scuole al sabato per risparmiare sul riscaldamento, non deve stupire: altri hanno ben capito che il loro futuro comincia dai ragazzi e dalla loro formazione scolastica.
Sara Gelli
 

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