Pregiudizi abbattuti a colpi di bacchetta

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Col loro profumo di latte e biscotti, le favole, si sa, scaldano il cuore. Oltre a farci immergere in mondi fantasiosi e incantati, le fiabe aiutano a crescere. E a renderci persone migliori. Ma non pensate solo a principesse addormentate e a mele avvelenate, anche la favola moderna firmata dalla penna di J.K. Rowling ha tutte le carte in regola per diventare uno strumento didattico in grado di educare i più piccoli – e non solo – alla tolleranza, al rispetto e all’amicizia. La saga di Harry Potter è stata al centro dello studio di un gruppo di ricercatori, coordinati da docenti dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia,  sul tema della riduzione dei pregiudizi in bambini e ragazzi. Da poco pubblicato sul Journal of Applied Social Psychology, prestigiosa rivista internazionale di psicologia sociale, lo studio ha mosso i suoi primi passi alla Corte dei Pio, grazie alla tesi di laurea della 27enne carpigiana Elen Bianchini, laureatasi in Scienze della Formazione Primaria e oggi insegnante presso la Scuola paritaria Figlie delle Provvidenza di Santa Croce. “Desideravo fare una tesi di ricerca e, nutrendo un grande interesse per la Psicologia sociale, mi sono rivolta al professor Loris Vezzali del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, il quale mi ha proposto di avventurarmi in un terreno in apparenza singolare: compiere un’indagine tra gli alunni di scuola primaria tesa a verificare se la lettura dei libri del maghetto inglese potesse aiutarli ad abbattere i loro pregiudizi”. La tesi – dal tema Riduzione del pregiudizio nei confronti di stranieri e disabili attraverso le storie di Harry Potter – parte dal presupposto che il “pregiudizio si annida in tutti i contesti sociali e, per quanto sia legato a meccanismi psicologici fondamentali per l’organizzazione della mente umana, è opportuno eliminarlo o, quantomeno, ridurlo, laddove comporti ingiustizie e discriminazioni, attraverso strategie in grado di contrastarlo anche in ambito scolastico”, spiega Elen Bianchini. La sua ricerca è stata svolta insieme ai piccoli alunni delle classi quinte delle scuole primarie Giotto e Pascoli di Carpi, anche grazie alla preziosa collaborazione delle docenti Maria Macrì e Marinella De Caroli. Nei sette libri che costituiscono la saga di Harry Potter, il pregiudizio è una costante. Le categorie che ne sono vittima, pur appartenendo a un mondo fantastico, sono facilmente equiparabili a quelle che popolano il mondo reale, come disabili e stranieri: “i bambini amano questa storia, si sentono emotivamente coinvolti ed è stato facile per loro identificarsi con i personaggi e provare empatia nei loro confronti. Il fatto che nella saga, ai gruppi maggiormente stigmatizzati, appartengano delle figure positive, tra cui alcuni dei protagonisti, aiuta i bambini a superare, perlomeno in parte, i pregiudizi che nutrono. Ricordiamoci infatti che i piccoli vedono e leggono la realtà per come gliela si presenta e, di conseguenza, fanno propri i giudizi – e i pregiudizi – della famiglia e, più in generale, del contesto sociale nel quale vivono. Da tale consapevolezza nasce quindi la necessità di sradicare sin dalla tenera età atteggiamenti discriminatori”. Quella di Elen è stata una ricerca pioniera. Innovativa sotto diversi aspetti: “per la prima volta, in Italia, è stato effettuato un intervento di riduzione del pregiudizio rivolto ai bambini basato sulla lettura di storie così conosciute, di genere fantasy”. La ricerca ha implicazioni nell’ambito delle politiche educative molto interessanti: “le scuole – prosegue l’insegnante – dovrebbero cercare il più possibile di favorire momenti dedicati alla lettura, alla discussione e, perché no, alla drammatizzazione di storie riguardanti il tema del pregiudizio.  Tali attività, oltre a ottenere effetti positivi per le relazioni sociali, possono stimolare nei bambini l’amore per la lettura, essere un’occasione per esercitarla, per riflettere e, sicuramente, per imparare piacevolmente”.
Jessica Bianchi