Vaccini: non abbassiamo la guardia

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Crolla il numero delle vaccinazioni in Italia e si teme il ritorno di focolai di malattie quasi debellate. E’ questo l’allarme lanciato dalla Società italiana d’igiene. E a Carpi, com’è la situazione? Lo abbiamo chiesto al dottor Giulio Sighinolfi, responsabile del coordinamento delle Pediatria di Comunità dell’Ausl di Modena.
Dottore, si registra una diminuzione nel numero di vaccinazioni fatte in età pediatrica nel nostro territorio?
“Nel distretto di Carpi nascono poco meno di mille bambini all’anno, tra i nati del 2013 sono circa 40 i minori che non sono stati vaccinati per scelta della famiglia. Cinque anni fa, nel 2008, erano meno di 10. Col passare del tempo, la paura della vaccinazione è cresciuta. In realtà, come ha ribadito anche recentemente il Ministro della Salute, le vaccinazioni sono vittime del loro successo in quanto si è persa nella popolazione la percezione della gravità delle malattie per le quali viene offerta la vaccinazione. Quando si parla di poliomielite, difterite, ma anche di morbillo o  pertosse, si parla di patologie di cui forse si conosce il nome, ma di cui nessuno ha avuto esperienza diretta, per cui si finisce col parlare di malattie dell’infanzia che tutti hanno avuto e che, in fondo, non erano pericolose. In realtà non è così in quanto tutte queste malattie possono accompagnarsi a complicanze molto gravi”.
Quali sono i vaccini consigliati?
“Nel nostro Paese esiste ancora una formale distinzione tra vaccinazioni obbligatorie e non obbligatorie, e tale divisione genera, a mio parere, confusione nella popolazione, in quanto fa apparire la prime più importanti  o necessarie delle seconde. In realtà tutte le vaccinazioni che attualmente sono offerte gratuitamente dal Servizo Sanitario Regionale sono utili, in quanto prevengono patologie importanti e potenzialmente gravi: basti pensare alla prevenzione delle meningiti, della rosolia in gravidanza o della pertosse nel bambino piccolo. Attualmente il calendario regionale prevede l’offerta delle vaccinazioni contro tetano, difterite, poliomielite, epatite B, pertosse e infezioni da emofilo b: tutti contenuti in un unico vaccino. Unitamente a questo, chiamato appunto vaccino esavalente, viene offerto quello contro le malattie da pneumococco, responsabile di alcune forme di meningite. Il calendario prevede che tali vaccini vengano somministrati con un ciclo a 3 dosi a partire dal compimento dei 2 mesi di vita del bambino. Successivamente, dopo il compimento dell’anno, vengono offerte la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia e quella contro il meningococco C, responsabile di ulteriori forme di meningite”.
Quali sono i rischi legati ai vaccini che spaventano maggiormente i genitori?
“I dubbi e le preoccupazioni che i genitori manifestano maggiormente sono molteplici e per lo più derivati dalle informazioni reperite su Internet.  In realtà in molti casi c’è solamente una relazione temporale tra la vaccinazione e un evento avverso e non un reale rapporto di causa ed effetto. In Provincia di Modena vengono effettuati circa 95mila dosi di vaccino ogni anno nella popolazione pediatrica e, la maggior parte delle segnalazioni che riceviamo, riguardano reazioni di rossore e gonfiore nella sede di iniezione o febbre elevata”.
Quali invece i potenziali rischi derivanti dal non fare i vaccini come, ad esempio, quelli per morbillo e rosolia?
“Il rischio principale per chi decide di non aderire all’offerta vaccinale è ovviamente quello di venire colpito dalla malattia e dalle sue possibili complicanze.  Ma oltre a questo e ai disagi gestionali e psicologici che la malattia, soprattutto nelle sue manifestazioni più gravi, determina nel bambino colpito e nella sua famiglia, mi preme ricordare la valenza sociale che hanno le vaccinazioni. Se le coperture vaccinali sono elevate come è stato finora per varie malattie (come la difterite e la poliomielite) e come potrebbe essere, se migliorano le coperture vaccinali per morbillo e rosolia, si ha un effetto di protezione su tutta la popolazione – infantile, adulta e anziana – che, per diversi motivi, non può essere vaccinata ed è, pertanto, maggiormente esposta alle infezioni.  Nella migliore delle ipotesi si può arrivare all’eliminazione completa della malattia e, come è stato per il vaiolo, arrivare al superamento della vaccinazione stessa, poiché non più necessaria”.
L’invito è quello di non abbassare la guardia: se cala la prevenzione infatti tornano le malattie che non fanno più paura proprio grazie ai vaccini.
J.B.
 

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