Forse una questione di soldi, o anche vecchi dissapori. Perché pare si conoscessero da tanto tempo e fossero anche amici, l’elettricista Carlo Ghidoni, 51enne di Carpi, e Amos Bartolino, primario oculista reggiano di un anno più giovane. Sarebbe stato il primo, intorno alle nove di domenica 13 luglio, a impugnare la pistola Glock che deteneva regolarmente e a far fuoco contro l’altro ammazzandolo, prima di rivolgere poi verso di sè l’arma per uccidersi a sua volta. Tutto è accaduto in pochi, surreali istanti accanto all’abitazione in corso di ristrutturazione di proprietà del medico in via Chiaviche, a Santa Caterina di Concordia dove risulta anche che Ghidoni risiedesse da un po’ di tempo. I carabinieri ora, coordinati dal sostituto procuratore di Modena Lucia De Santis, stanno cercando di fare luce sull’omicidio-suicidio che ha sconvolto la piccola comunità che vive sotto l’argine del fiume Secchia, ancora alle prese con la ricostruzione del terremoto del 2012. Sembra che l’artigiano e il primario, che dirigeva dal 2012 la divisione di Oculistica dell’Ausl di Reggio Emilia con sede a Correggio, si fossero
incontrati per un chiarimento. Molto probabilmente legato ai lavori che Ghidoni stava effettuando nella porzione di casa non ancora ultimata. Il litigio sarebbe scoppiato all’esterno della villetta, e a un certo punto l’artigiano avrebbe preso una pistola facendo fuoco contro l’amico senza dargli scampo. Era presente nel cortile una terza persona, un falegname che è riuscito a fuggire. Da accertare, ancora, se il 51enne abbia sparato altri colpi dopo aver freddato l’oculista e prima di farla finita. Gli inquirenti hanno sentito per lunghe ore l’artigiano fuggito dal cantiere per ricostruire l’accaduto. Risulta che negli ultimi tempi ci fossero dissidi tra i due amici protagonisti della tragedia.
“Difficile, se non impossibile, commentare un fatto così tragico. Tutti – si legge in una nota stampa dell’Azienda Usl di Modena – ricordano il dottor Amos Bartolino come un eccellente professionista che, negli anni in cui aveva lavorato all’Ausl di Modena e in particolare presso l’Ospedale Ramazzini di Carpi, si era fatto apprezzare per la passione con cui svolgeva il proprio lavoro. Di lui i colleghi che l’hanno conosciuto personalmente ricordano anche la contagiosa vitalità e l’entusiasmo con cui affrontava la vita, sempre con il sorriso. Anche per questo con tanti colleghi modenesi era nata una solida amicizia che era proseguita anche dopo il passaggio all’Azienda Usl di Reggio dove dal 2012 era Direttore della Struttura Complessa di oculistica che ha la sua sede di riferimento presso l’ospedale di Correggio”.