La “Tangentopoli” sanitaria dell’era Cencetti

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“La verità verrà spiegata nelle sedi opportune: la notizia dell’inchiesta è stata un fulmine a ciel sereno”. Commenta così  il difensore della coppia,  Djurdjica Oreskovic, il coinvolgimento dell’ex direttore generale del Policlinico di Modena, il carpigiano Stefano Cencetti e della moglie Maurizia Viviani, direttrice del poliambulatorio medico cittadino Fkt, nella maxi indagine Last Business della Procura e dei Carabinieri Nas di Parma. La Tangentopoli sanitaria riguarderebbe un presunto giro di mazzette relative agli appalti assegnati dall’ospedale tra il 2007 e il 2011 per l’acquisto di strumentazioni mediche e l’affidamento di lavori edili al Policlinico e vede indagate 63 persone, tra professionisti e dirigenti pubblici, a cui si contestano i reati di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e riciclaggio. 
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri sarebbero tre le società riconducibili ai principali indagati – con sede a Carpi (la Hfm con sede nel poliambulatorio Fkt), Reggio Emilia (la società Multiline di Mauro Amadei attiva nel settore dell’igiene ambientale) e Arezzo (la società di consulenza Gutenberg riconducibile all’ex parlamentare Ds, Vasco Giannotti) – sui cui conti correnti veniva fatto transitare il denaro frutto della tangente che, successivamente, veniva  trasferito sul conto corrente di Fkt, attraverso false fatturazioni. 
Al momento ammontano a un milione e mezzo di euro i beni sequestrati ma l’inchiesta prosegue e i nodi da sciogliere sono molti. Nel mirino della Procura anche CoopService (società che vinse nel 2009 l’appalto in global service per l’affidamento di servizi alberghieri da oltre 120 milioni di euro più Iva), la quale pur avendo espresso la propria estraneità ai fatti, vanta più di un rapporto con l’ex direttore del Policlinico, in quanto sponsorizza i convegni del Centro studi Hfm, di cui Cencetti è appunto il socio fondatore. “I pagamenti – spiega la Procura –  consistevano in accrediti su conti correnti che facevano capo a enti in vario modo collegati ad alcuni dei principali indagati e avevano come oggetto l’organizzazione di servizi volti alla divulgazione e alla promozione scientifica, come convegni o sponsorizzazione a enti no profit”. Malgrado la matassa sia alquanto intricata, Cencetti, tramite il suo avvocato, si dichiara “sereno. Non ho pensieri, è giusto che i magistrati facciano il loro lavoro”.
 

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