Il cinema fatto dai ragazzi

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Il lavoro difficile: dialogo tra passato e presente è stato questo il tema che ha animato la giornata di lunedì 12 maggio in Sala Congressi. L’iniziativa organizzata dall’Istituto Meucci di Carpi e coordinata dalla docente Lucia Freda, ha preso il via con la proiezione del documentario C’è posto per me? Lavorare mi piace(rebbe) realizzato dalla classe 3H Turismo del Meucci, con la regia dell’insegnante Alessandra Gasparini. Un lungometraggio efficace e intenso sul diritto – purtroppo sempre meno garantito e tutelato – al lavoro per i giovani. Il documentario esplora le aspettative dei ragazzi. I loro sogni. Le loro speranze.
“La pellicola – ci spiega la professoressa Gasparini – è inserita nel progetto Ted Tv, promosso a partire dallo scorso anno dalla Provincia di Modena la quale ha messo a nostra disposizione alcuni operatori di Senape Tv che hanno insegnato ai ragazzi dell’allora 2°H le tecniche di ripresa e  montaggio di un documentario e un corto. Da quella bellissima esperienza è nato un commovente cortometraggio sul terremoto”. Quest’anno invece, la scelta è ricaduta su un altro tema spinoso: il lavoro appunto. Quello che non c’è. Una mancanza che, sempre più spesso, induce i giovani talenti del nostro Paese a fuggire verso altri lidi per costruire progetti di vita stabili.   “Non rinunciate a inseguire le vostre passioni”. Questo il leit motiv, il fil rouge che attraversa la pellicola nella quale allo scottante tema del lavoro si intrecciano problematiche di stringente attualità: dalla discriminazione femminile al pregiudizio, dalla diffidenza verso lo straniero ai diritti sanciti dalla nostra bella Costituzione. I ragazzi hanno intervistato alcuni coetanei per dar voce e forma ai loro sogni, ai loro progetti, alla loro rappresentazione del futuro. E, al contempo, si sono confrontati con gli adulti, coi datori di lavoro, col Centro per l’Impiego, per approfondire le tipologie di contratto e cosa li aspetta dopo il diploma. “Insomma – spiegano i ragazzi della 3H –  abbiamo cercato di rappresentare le speranze, le paure, le attese ma anche le umiliazioni e le giuste rivendicazioni, da parte dei giovani. E, ancora, la possibilità di contare, di essere chiamati a costruire qualcosa di importante e creativo per se stessi e per la società presente e futura”. Al termine della proiezione del lungometraggio è stato presentato un opuscolo di novelle scritte dagli studenti e si sono succeduti gli interventi del professor Massimo Baldini di Unimore, di Albano Dugoni portavoce provinciale del terzo settore, di Rossella Po presidente dell’azienda Angelo Po, di Federica Gherardi della Fondazione ITS e dell’assessore ai servizi sociali Alberto Bellelli. E l’invito comune di tutti è risuonato forte e chiaro: ragazzi, non rinunciate ai vostri sogni. Perseguiteli, uno dopo l’altro, investendo in voi stessi. Consci che, con una buona cultura e un pizzico di sfrontatezza, ce la farete.
J.B.
 

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