La catena di Sant’Antonio della sbronza

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E’ partita dall’Australia, ha contagiato gli Stati Uniti, l’Inghilterra ha dilagato in mezza Europa ed è approdata anche in Italia. Rimbalzando sulla rete, questa sfida a colpi di alcol è giunta sin qui, a Carpi. Veloce e virale, la NekNomination spopola tra gli studenti delle scuole superiori cittadine. Una sorta di catena di Sant’Antonio della sbronza che coinvolge gli adolescenti e li sfida a bere. A collo. In una lunga e unica sorsata. Il meccanismo è semplice: un ragazzo nominato deve filmare se stesso mentre ingolla una birra o un superalcolico e postare poi il video sul proprio profilo Facebook. Se non lo fa, per penitenza deve pagare da bere a chi lo ha nominato. Se la catena va avanti, chi ha bevuto e postato il proprio video, deve a suo volta nominare tre amici. E così via… Insomma un’evoluzione del binge drinking: ora la bevuta compulsiva si arricchisce di un palcoscenico mediatico, si sposta in quel mondo virtuale sempre più abitato dagli adolescenti. Sono numerosi però i ragazzi che hanno deciso di tirarsi indietro, dicendo no alle tentazioni del branco e altri pronti invece a mettersi in gioco con ironia, come la liceale 17enne Alessia che ha rilanciato con una sfida a suon di karaoke. Delizioso il video del torinese Carlo Alberto che, dopo aver accettato la sfida lanciatagli dagli amici, si è piazzato davanti alla telecamera, ha ringraziato di essere stato nominato e si è bevuto un bel bicchiere di aranciata. Alla salute.

Lodovica Bartolamasi e Alessia Merighi, 18 e 17 anni.
“Siamo rimaste molto infastidite da questa nuova moda. Secondo noi i ragazzi lo fanno solamente per cercare la popolarità di chi gli sta accanto, probabilmente perché adesso ci si sente importanti a fare certe cose. Il gioco viene usato per scopi beceri, così un giorno, non essendo mai state nominate, abbiamo sentito la voglia di farne una parodia riempiendo un bicchiere d’acqua e mandandolo giù alla goccia”.  Poi Alessia è stata nominata da un suo amico, ma non volendo bere, ha lanciato un nuovo tipo di sfida agli amici: un karaoke. “Tutti si sono divertiti e hanno apprezzato la cosa. Secondo noi serve questo, persone in grado di spezzare la catena e lanciare nuove sfide. Un po’ come il ragazzo che ha fatto il video mentre era da sua nonna, mostrando tutte le cose che facevano insieme e i biscotti che lei aveva fatto per lui”.

Luisa Alfano, 18 anni
“Non sono mai stata nominata, ma sinceramente non trovo nulla di male nel prendere parte a questo gioco, perché è di questo che si tratta: un gioco. Come in ogni cosa capita di esagerare, ma tutti quando usciamo il sabato sera ci concediamo un drink, quindi, a mio parere, non c’è nulla di male nel bere un bicchierino in diretta Facebook. Ovviamente le cose vanno fatte con moderazione, ma servirebbe anche meno ipocrisia da parte delle persone”.

Yassmin El Natour, 17 anni
“A me era stato chiesto, prima che il video venisse girato, se potevo essere nominata e ho rifiutato. Sono contraria a tutto questo perché non è divertente, non ha uno scopo utile e mi sembra sia fatto con il solo fine di cercare popolarità tra gli amici. Inoltre, sono rimasta, come tanti suppongo, veramente scandalizzata nel vedere giovanissimi di 14/15 anni, che bevono alcolici su Internet solo per gioco. Spero che la coscienza delle persone le porti a capire la gravità della situazione e a smettere”.

Alessandro Troncone, 20 anni
“Considero questo gioco e le sue conseguenze l’ennesima sconfitta della scuola e delle famiglie. Il gioco, in generale, non è più sinonimo di divertimento ma di rischio e pericolo, in questo caso persino di morte. Per quale strano motivo dovrei bere  una bottiglia di birra alla goccia o essere costretto a pagare da bere nel caso in cui mi rifiutassi di farlo? E’ uno dei tanti volti negativi della Rete. Penso sia una moda che passerà in fretta, come molte altre, senza lasciare un bel ricordo.
 

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