C’è qualcosa che non va… nel Piano dei Rifiuti

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Aimag condivide pienamente gli obiettivi generali del Piano regionale dei rifiuti, “anzi – precisa il presidente Mirco Arletti – ne abbiamo fissato il raggiungimento nel 2017, con tre anni d’anticipo rispetto al termine del 2020 stabilito dall’Emilia Romagna”.  Per quel che riguarda le linee guida del Piano, esse stabiliscono una riduzione dei rifiuti urbani tra il 20% e il 25% entro il 2020, “l’obiettivo di Aimag è una riduzione del rifiuto non riciclabile del 50%”; per la raccolta differenziata il Piano Regionale fissa l’obiettivo al 70% nel 2020 ma “nel nostro territorio, dove già oggi si è al 60,5% (+ 0,8% rispetto al 2012) il traguardo è il 75% di raccolta differenziata al 2017, a conclusione del piano industriale dell’azienda recentemente approvato”.
A breve, entro il mese di giugno, il porta a porta sarà esteso alle frazioni di Carpi e al territorio agricolo compreso nell’area del Comune e, nel 2015, è previsto l’avvio della sperimentazione della tariffazione puntuale nel Comune di Novi. “Ciò ci consentirà di avvicinare progressivamente l’obiettivo del 75% entro il 2020” sostiene Arletti.
Le obiezioni che, invece, Aimag solleva riguardano le scelte strategiche “perché, in alcuni casi, ci paiono condizionate da una visione ancora troppo provinciale”, quella stessa visione che il Piano dei rifiuti si propone di superare. “Il giudizio generale è positivo – conferma il presidente di Aimag – ma nonostante lo sforzo di ragionare in ottica regionale, pare evidente che ci si sia dovuti piegare a scelte provinciali preesistenti”.
Il riferimento è alla scelta di costruire un nuovo impianto di TMB (Trattamento Meccanico Biologico, impianto di separazione secco/umido dei rifiuti indifferenziati) a Prato, frazione di Correggio e di chiudere, contestualmente,TMB a Fossoli. Il presidente Arletti ne fa una questione di razionalità nella spesa pubblica perché l’investimento (che potrebbe arrivare a circa cinquanta milioni di euro per costruire un TMB moderno e all’avanguardia) ricadrà sulle tasche dei cittadini reggiani. La nuova impiantistica ha sempre un impatto sulle tariffe che, anche in questo caso, sarebbe sicuramente notevole.
In considerazione del fatto che si progetta a Prato di Correggio una fabbrica della materia simile all’impiantistica Aimag già esistente a Fossoli di Carpi, la proposta dal presidente di Aimag è quella di procedere a un’analisi comparativa prima di approvare il Piano in via definitiva valutando la possibilità di conferire parzialmente il rifiuto urbano indifferenziato all’impianto TMB di Fossoli già esistente, con gli opportuni miglioramenti tecnologici, a soli 15 chilometri di distanza, riducendo la potenzialità e la spesa di quello di Prato di Correggio.
Per Aimag “una scelta in tal senso rappresenterebbe il riconoscimento da parte della Regione dell’alta capacità espressa nel trattamento del rifiuto e, in particolare, della FORSU (frazione organica) all’interno del polo ambientale di Fossoli e l’impianto di compostaggio a Massa Finalese”.
Invece, nonostante il percorso virtuoso che Aimag si è impegnata a fare negli anni il Piano non sembra riconoscere all’azienda l’impegno profuso per il raggiungimento di standard elevati, anzi.
La scelta di prevedere la chiusura delle tre discariche di Aimag (Fossoli, Mirandola e Medolla) e del TMB nel 2017 rischia di creare un vuoto importante nella filiera della gestione dei rifiuti costringendo Aimag a conferire il residuo dei propri impianti e rifiuti urbani indifferenziati presso altri gestori (la discarica di Finale Emilia o il termovalorizzatore di Modena) con conseguenti costi aggiuntivi per l’azienda e per gli utenti. E’ inoltre prevista la chiusura della discarica di Medolla, a cui sono state destinate le macerie del terremoto; rimane la capacità residua della discarica di Carpi, per circa 90mila tonnellate e poco meno quella di Mirandola”.
A fronte della chiusura delle discariche Aimag, il Piano considera invece un ampliamento (260.000 tonnellate) della discarica  di Poiatica a Carpineti (RE) la cui capacità residua nel 2011 era già di 370mila tonnellate e di quella di Finale Emilia (per oltre 400.000 tonnellate); il Piano prevede inoltre, dopo verifica triennale, la possibilità di ampliamenti ulteriori per la stessa discarica di Poiatica e anche per quella di Imola e di Ravenna.
 “Se non riusciremo a far modificare il Piano dei rifiuti – conclude Arletti –  non potremo che richiedere  alla Regione il dovuto indennizzo degli alti costi che Aimag dovrà sostenere per chiudere l’impianto TMB e che si rifletteranno inevitabilmente sulle tariffe dei cittadini”.
Sara Gelli
 

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