Italiani per costituzione

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Si è concluso mercoledì 5 marzo nell’aula magna dell’ITC Meucci di Carpi il progetto Generazione Yalla che la professoressa Manuela Barbaro, responsabile del Progetto Intercultura dell’Istituto superiore Meucci, in collaborazione con Linda Oliviero di Porta Aperta onlus, ha proposto agli studenti delle quinte classi. “Generazione Yalla – spiegano Barbaro e Oliviero – nasce dall’esigenza di portare i ragazzi a riflettere sul tema della seconda generazione, ovvero la condizione di quei ragazzi figli di genitori stranieri, nati o cresciuti in Italia ma da sempre in bilico tra la cultura di appartenenza della famiglia e quella del Paese che li vede crescere”. In classe, con l’aiuto dei docenti, i ragazzi si sono accostati ai concetti di multiculturalità/assimilazione, melting pot, esperienze di integrazione nel modello anglosassone e francese per poi concludere l’attività partecipando a una tavola rotonda che si è tenuta mercoledì 5 marzo. Le testimonianze di Oussama, Griselda e Fatima hanno catturato l’attenzione degli studenti. “Io ho l’identità albanese diluita e quella italiana contaminata. Imparare ad avere una propria identità a prescindere dalle origini e dal luogo in cui si cresce – afferma Griselda, 25 anni, di origine albanese – è il traguardo più importante del mio percorso: conoscere e apprezzare le mie origini per farle conoscere affinché anche i miei compagni italiani le possano apprezzare”. Il tipico accento pugliese tradisce Griselda che oggi vive a Modena per studiare Chimica e Tecnologia farmaceutica ma è cresciuta a Taviano in provincia di Lecce, dove è arrivata con la famiglia nel 1997, all’età di otto anni.  Ha svolto servizio civile e lavora presso la biblioteca universitaria. “Mi sento molto integrata, questa è la mia casa e qui ho gli amici. Quella in Albania è la casa delle vacanze e quando andiamo là, noi siamo gli stranieri”.
Questa giovane dal sorriso dolcissimo ammette l’importanza del ruolo della famiglia nel processo di integrazione e riconosce ai suoi genitori il merito di averla lasciata libera di scegliere. “Le mie coetanee albanesi sono tutte accasate e quando mio padre guarda me sospira: maledetta nave…! Ma sento che in fondo stima la mia scelta di studiare e di essere indipendente”. Oussama ha 23 anni e vive dall’età di sei mesi a Carpi dove la sua famiglia tunisina si è trasferita nel 1991. Collabora con Yalla, blog delle seconde generazioni di migranti in Italia.   “Mio padre ha sempre tenuto accesa la fiamma delle tradizioni nella nostra famiglia. In casa si è sempre parlato arabo, la frequentazione con altre famiglie tunisine è assidua e in estate siamo quasi sempre tornati in Tunisia. Credo che conoscere la cultura del paese d’origine dei miei genitori sia importante. Occorre trovare un equilibrio personale, andare oltre gli stereotipi, imparando ad apprezzare la doppia anima che caratterizza le seconde generazioni”.  Fatima è marocchina e ha 40 anni: ha portato la sua visione di genitore che cresce questa generazione Yalla. E’ arrivata in Italia ventidue anni fa, quando aveva appena 18 anni. “I miei figli hanno 19, 14 e 12 anni e sono perfettamente integrati. Per loro è stato più facile perché non hanno avuto l’educazione restrittiva che ho avuto io. Hanno amici carpigiani e con i loro genitori ci mettiamo d’accordo per andarli a prendere a turno all’uscita dalla discoteca”. Nell’ambito di un cammino di fede, cinque anni fa Fatima ha deciso di indossare il velo “ma non mi passa per la testa di imporlo a mia figlia”. Fatima non pensa di tornare in Marocco: “vivo e lavoro qui e quando andrò in pensione resterò dove sono i miei figli per aiutarli a sistemarsi”. Non deve diventare un problema per loro avere la cittadinanza italiana, quella che oggi Griselda ci esibisce felice dopo averla ottenuta appena cinque giorni fa. In conclusione del progetto ai ragazzi è stato chiesto di scrivere un testo da pubblicare sul blog Yalla. Oussama ne sceglierà due, scritti rispettivamente da uno studente italiano e da uno straniero.
Sara Gelli