“E’ ora di smettere di pensare che a Carpi non vi siano eccellenze. All’Ospedale Ramazzini vantiamo un Centro Impianti dell’Unità operativa di Otorinolaringoiatria, diretta dal dottor Stefano Galli, che è punto di riferimento nazionale per la microchirurgia dell’orecchio”. Inizia così la sua accorata difesa, un carpigiano sessantenne appena operato dal dottor Maurizio Negri nel nuovissimo comparto operatorio dell’Ospedale cittadino. Pressoché sordo dalla nascita, “cinque anni fa – ricorda – nonostante le paure iniziali, ho deciso di farmi applicare a destra un impianto cocleare che ha letteralmente rivoluzionato la mia vita e ora, da pochi giorni, me ne hanno impianto uno anche a sinistra”.
L’uomo, nel parlare del suo primo iter post operatorio dice: “ricordo che, appena dimesso, il dottor Negri mi consigliò di andare al centro commerciale Borgogioioso durante la pausa pranzo” per battezzare il nuovo orecchio artificiale. “Una volta arrivato sulle scale mobili l’ho spento. Troppo rumore”. E’ stata una seconda nascita: “è stata dura, ho dovuto letteralmente reimparare a parlare. A recepire i suoni prima e il senso delle parole poi”. In questo complesso percorso il ruolo della logopedista è fondamentale: “insieme a lei ho ricominciato dalle vocali”. Dall’abc del linguaggio. “Il percorso che ti permette di sentire, parlare e camminare dopo l’applicazione di un impianto cocleare è faticoso e, spesso, avvilente, per non dire traumatico. Ci sono momenti in cui desideri solo staccare tutto e fare marcia indietro. Fortunatamente l’equipe straordinaria del Ramazzini ti accompagna in ogni momento, aiutandoti a non gettare la spugna. Io non mi sono mai arreso. Certo non tutti i sordi devono ricorrere a questo tipo di intervento, ciascuno deve fare le proprie scelte ma io vorrei rincuorare coloro che vi rinunciano per paura: ce la potete fare. E non c’è bisogno di andare lontano poiché Carpi è all’avanguardia in questo tipo di impianti e ora, alla professionalità del dottor Negri e di tutta l’equipe, si sono aggiunte le condizioni per lavorare al meglio, grazie all’apertura di sale operatorie accoglienti e confortevoli”. L’uomo che preferisce restare anonimo fa parte dell’associazione carpigiana Asi – Affrontiamo insieme la sordità (CF 90034020363 è il codice per donarle il proprio 5×1000) una realtà nata per difendere i diritti delle persone affette da ipoacusia, offrendo informazioni (ogni sabato mattina in Ospedale) sugli impianti cocleari e sollecitare l’intervento di enti e strutture sanitarie per quanto riguarda la diagnosi precoce, una corretta protesizzazione e un’assistenza duratura ed efficace. Ma la sfida più grande è un’altra, ovvero quella di diffondere una cultura della tolleranza, alzando il velo da una disabilità di cui poco si parla: la sordità appunto. Un presidio quello di Asi a cui nulla sfugge e che spesso ha denunciato come la lista d’attesa del Reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Ramazzini, centro regionale accreditato per la cura della sordità, debba essere accorciata e il numero di impianti cocleari posti ogni anno non debba conoscere battute d’arresto, poiché i costi di tali impianti sono ben poca cosa rispetto a quelli elevatissimi che la società deve sostenere per ogni persona lasciata alla sua sordità. Il rischio infatti è che questa eccellenza del nostro territorio, cui si somma un Servizio di Audio – Vestibologia tra i migliori in Italia, per mancanza di fondi e di volontà politica, salti. Mediamente ogni anno vengono applicati almeno 10 impianti ma i numeri potrebbero crescere ancora se la Regione ne destinasse al nostro nosocomio un numero maggiore. L’applicazione dell’impianto cocleare prevede un esborso di circa 20mila euro, a cui si aggiungono spese rilevanti per le visite pre e post operatorie e i controlli. Cifre consistenti che, però, prevedono anche dei rimborsi: come centro di riferimento regionale Carpi ha la possibilità di accogliere pazienti da tutt’Italia beneficiando di un rimborso da parte della Regione di circa 30mila euro a impianto, un vantaggio economico per l’Azienda. Ora, con ben 10 sale operatorie, non solo la lista d’attesa dovrebbe essere abbattuta ma, il Ramazzini potrebbe assumere un ruolo di spicco nel panorama sanitario della Provincia di Modena, dando risposte di qualità al tema della sordità. Ed è questa, forse, l’unica strada per salvare davvero il nostro ospedale, aldilà degli slogan della politica locale, ovvero scegliere la strada della specializzazione, senza dimenticare che, la difesa dell’eccellenza dell’Otorinolaringoiatria del Ramazzini, passa anche per l’espansione del reparto in termini di risorse umane.
Jessica Bianchi