La crisi non molla. Il lavoro o non c’è o cala drasticamente. I soldi in tasca son sempre meno e il diritto alla casa diventa per molti una vera e propria chimera. Secondo il censimento Istat, a Carpi vi sarebbero 5.171 persone in affitto: cittadini che faticano, mese dopo mese, a onorare il canone di locazione tanto da far schizzare alle stelle il numero degli sfratti per morosità (2.774 gli sfratti in provincia nel 2012). Un fenomeno tanto dilagante quanto drammatico anche nella nostra città. Per conoscere da vicino alcune delle difficoltà degli inquilini ci siamo rivolti ad Antonietta Mencarelli segretaria provinciale del Sunia, Sindacato Nazionale Unitario Inquilini e Assegnatari.
Come sono cambiate con la crisi le problematiche legate alla casa?
“Uno degli effetti della gravissima crisi economica è sicuramente l’accentuazione, in forme drammatiche, di un disagio abitativo già fortemente presente nel nostro Paese e anche nella nostra provincia, (in modo particolare nelle zone colpite dal sisma), a causa di scelte politiche sbagliate e di una colpevole disattenzione al tema della soddisfazione del bisogno abitativo e della sostenibilità dell’abitare nelle politiche di welfare”.
Quindi, crisi a parte, è l’assenza di una politica abitativa lungimirante il vero nervo scoperto.
“La progressiva riduzione dell’offerta di alloggi pubblici, la liberalizzazione del mercato privato delle locazioni e l’azzeramento sostanziale del fondo di sostegno alla locazione hanno prodotto un grande disagio. L’assenza di una politica abitativa che punti all’abitare sostenibile non produce soltanto erosione del reddito della famiglie di lavoratori e pensionati che hanno nei costi della casa il principale capitolo di spesa, ma introduce una rigidità che impedisce mobilità territoriale e sociale ai danni, in particolare, dei giovani che, alla disoccupazione e alla precarietà, aggiungono anche l’impossibilità di trovare soluzioni abitative sostenibili per costruirsi un progetto di vita autonomo”.
Quanto è lunga la lista d’attesa per accedere al patrimonio di edilizia pubblica residenziale?
“Al 31 dicembre 2013 sono 771 le famiglie residenti nei quattro comuni dell’Unione Terre d’Argine che hanno presentato domanda per accedere a una casa popolare e, mediamente, si riassegnano dai 30 ai 35 alloggi all’anno. Dopo il sisma del maggio 2012 si desume che la domanda sia quasi raddoppiata sul territorio di Novi, mentre resta stabile a Carpi, Soliera e Campogalliano”.
Dal vostro osservatorio quanti sono gli sfratti per morosità in Provincia?
“Al 2012 sono stati registrati 2.774 sfratti per morosità in Provincia di Modena. Tali impressionanti numeri (i dati nazionali ci parlano di oltre 150mila sfratti negli ultimi tre anni e di altri 100mila nei prossimi due), sono il sintomo più evidente, insieme all’enorme mole di alloggi invenduti, di politiche indirizzate esclusivamente alla proprietà dell’abitazione”.
L’Unione ha costituito l’Agenzia casa dei comuni chiamata Affitto Casa Garantito. Funziona?
“Alla fine del 2013 con questa formula, sono stati fatti 52 contratti di locazione a canone calmierato. Rispetto al costo medio dei canoni di locazione nei comuni dell’Unione, per alloggi da circa 80 metri quadri il canone mensile si aggira tra i 400 e i 450 euro”.
Quali strategie occorre mettere in campo per tutelare inquilini e proprietari?
“Sunia quotidianamente chiede investimenti certi e continuativi per l’edilizia sociale in affitto in grado di assorbire progressivamente la domanda più debole. Riqualificazione edilizia, energetica e urbanistica del patrimonio di edilizia pubblica, una risorsa da valorizzare e governare, non da liquidare. E’ poi necessario potenziare e migliorare le Agenzie Casa dei Comuni: vero patto sociale tra il pubblico e i proprietari di alloggi da mettere in affitto a canoni calmierati in cambio di garanzie. Servono poi una riforma della legge sulle locazioni e finanziamenti adeguati per il Fondo di Sostegno alla locazione e quello per la morosità incolpevole”.
Jessica Bianchi