Ospedale, una battaglia persa…

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“Le modalità di assegnazione dei finanziamenti, le quali comportano l’obbligo di una rigorosa documentazione e controlli serrati, sia prima che dopo i lavori, mi portano a escludere categoricamente che, se il Policlinico avesse ricevuto somme inferiori, le altre strutture dell’Area Nord ne avrebbero avuti di più. Tutti gli interventi sono stati giustificati dai danni relativi al terremoto, tutte le richieste sono state coperte da finanziamento e il Policlinico non ha avuto fondi per danni inesistenti”. E’ questo il cuore della risposta che il direttore generale dell’Ausl modenese, Mariella Martini, ha fornito – nel corso di un Consiglio Comunale dedicato alla sanità, al quale ha partecipato anche il presidente della Provincia Emilio Sabattini – a una delle due interrogazioni presentate dal Pdl carpigiano, la quale chiedeva conto dei 75 milioni di euro ricevuti dall’ospedale modenese a fronte degli 11 destinati al ripristino del Ramazzini. Pochi, troppo pochi secondo molti consiglieri, di Maggioranza e Opposizione, che alle parole della Martini hanno reagito chi con sconforto e chi con rabbia. Anche perché, confrontando gli stanziamenti al Policlinico con quelli dei presidi ospedalieri dell’Area Nord (Ramazzini di Carpi, Santa Maria Bianca di Mirandola e Casa della Salute di Finale Emilia), si evince chiaramente come alla sola struttura modenese siano stati destinati circa 3 milioni in più rispetto ai 72 complessivi per i nosocomi del cratere. Il sospetto di molti, anche dopo le parole della Martini, è che l’Azienda sanitaria abbia colto la palla al balzo, approfittando del terremoto per destinare fondi straordinari a una struttura che già avrebbe avuto bisogno da tempo di un rimaneggiamento. Questo è ciò che ha ribadito, nel suo intervento, Cristian Rostovi (Pdl). “Il Policlinico è fuori dall’area del cratere e, a pochi giorni dal sisma, tutte le dichiarazioni degli amministratori confermano come avesse ricevuto danni lievi. La realtà è che gli sono stati destinati così tanti soldi perché cadeva a pezzi già prima del terremoto, dal momento che in Regione si era deciso di spostare tutte le risorse su Baggiovara. Stasera avrei voluto chiedere conto all’assessore Lusenti – l’assessore regionale alla Sanità, invitato ma non presente – delle scelte politiche fatte e avrei voluto che il mio sindaco e il mio assessore sbattessero i pugni sul tavolo. La colpa di tutto questo ha un solo nome: Partito Democratico”. Seppur con toni diversi, anche l’intervento dell’assessore alla Sanità, nonché candidato sindaco, Alberto Bellelli, ha lasciato intendere qualche perplessità. “Sebbene dopo aver ascoltato le parole ed esaminato le cifre fornite dalla dottoressa Martini non si possa accettare la teoria della sottrazione di risorse agli ospedali di Carpi e Mirandola, viene comunque da chiedersi, data l’ampiezza dei fondi messi in campo e considerando che si trova fuori dal cratere, quale fosse il livello di sicurezza del Policlinico prima del sisma”. Dopo aver respinto l’idea, avanzata nel corso della sua interrogazione dalla consigliera Pdl Giuseppina Baggio, relativa alla costruzione di un nuovo ospedale nell’immediato post sisma, l’assessore Bellelli ha poi chiesto se sia stato rispettato il Pal nei passaggi che parlano di integrazione della rete: “che contributo dà il Policlinico alla rete sanitaria? Non nascondo il dubbio che alcuni servizi potessero essere integrati con Baggiovara. Ragioniamo di territori, non solo di ospedali, perché il livello di preoccupazione dei cittadini si sta alzando”. Stupore e rabbia ha poi espresso, nel suo intervento, il consigliere di Alleanza per Carpi e medico del Ramazzini Giorgio Verrini: “il Pal è un bellissimo libro dei sogni, ma sarebbe compito della politica evidenziare le criticità nella sua attuazione. Dov’è l’Osservatorio promesso? Forse la soluzione è evitare un’eccessiva centralizzazione, creando una dirigenza in ognuna delle tre macro-aree della sanità provinciale”. Se per Roberto Benatti (Pdl), “Bellelli sarebbe dovuto venire qui stasera con risposte, non con domande”, per Daniela Depietri (Pd) è inutile continuare a scrivere di una fusione tra  Policlinico e Baggiovara, “perché non è avvenuta e non avverrà. Non penso che il Policlinico ci abbia rubato risorse, ma quelle che ci sono vengono utilizzate male. C’è poi il problema delle strutture filtro tra ospedale e territorio – Casa della Salute, nuovo Centro Prelievi, Residenza Psichiatrica – e l’insufficiente numero di posti letto in Lungodegenza. Carpi, infatti, è l’ospedale che ne ha meno in tutta la Provincia. Dopo il terremoto si poteva pensare sia al ripristino di alcune funzioni del Policlinico che a spostarne altre a Baggiovara, liberando risorse per i territori più colpiti”. Di un Ramazzini “vampirizzato” e di una sanità “modenacentrica”  ha poi parlato Gigliola Pivetti (ApC): “spero che il futuro sindaco, chiunque sarà, inizi a difendere l’ospedale della nostra città. In questa vicenda le baronie universitarie hanno fatto il loro mestiere e la politica le ha sostenute. In definitiva a Carpi si smaltellano progressivamente dei servizi e nessuno sta rispettando il Pal”. Roberto Arletti, anch’egli candidato sindaco, ha poi auspicato che venga attivato un osservatorio sulla sanità: “un’informativa settimanale alla cittadinanza, perché a Carpi non siamo figli di un Dio minore”. In chiusura, la mozione che impegnava sindaco e assessore competente ad attivarsi per evitare che i fondi finissero al Policlinico è stata bocciata con la sola astensione, nella maggioranza Pd, del consigliere Arletti.
Marcello Marchesini
 

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