“Qui mi sento a casa”: parola di Kyenge

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“Ringrazio la Consulta per l’Integrazione dell’Unione delle Terre d’Argine per il prezioso lavoro che sta svolgendo: bisogna riconoscere che i territori come il vostro sono un esempio non solo per l’Italia intera, ma anche per l’Europa”. Così la ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge si è espressa di fronte a un PalaVolontariato gremito, in occasione, il 4 gennaio, di Stranieri NoStrani, la festa della Consulta per l’Integrazione. “Mi sento a casa quando vengo in Emilia Romagna, anche perché l’integrazione che promuovete qui non è per nulla scontata”.
La ministra ha poi consegnato, insieme al presidente dell’Unione delle Terre d’Argine Giuseppe Schena, attestati simbolici di cittadinanza italiana a una rappresentanza di 250 bambini e ragazzi nati da genitori stranieri nel territorio dell’Unione: “si tratta di un riconoscimento molto importante che non è stato assegnato solo da amministrazioni di Centrosinistra”.  Affermazione a cui hanno fatto eco anche le parole del sociologo Claudio Baraldi che, sul palco moderato dalla giornalista Elena Guidetti, ha voluto ricordare come il riconoscimento della cittadinanza, se non accompagnato ad altre azioni concrete, non basta. “Si tratta di un concetto giuridico – ha spiegato il docente all’Università di Modena e Reggio Emilia – ma non si può pensare che sia sufficiente. Vi può essere una profonda esclusione sociale anche se si è cittadini di uno Stato, per questo è importante dare valore alla vita della persona, fornendole la possibilità di esprimere quello che è, di realizzare se stessa”. Il presidente Schena ha infine ricordato come la cittadinanza abbia due volti: “i diritti, certo, ma anche i doveri. Mi auguro che, in un prossimo governo, la Kyenge possa essere il ministro non delle Pari opportunità, bensì del Lavoro o della Sanità. Questo sarebbe un vero segnale d’integrazione”.
 

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