“Noi dovremmo essere liberi di decidere se bere oppure noi l’acqua del rubinetto, voi invece ci state obbligando! Viviamo o no in un regime democratico?”. E’ stata questa la ripetuta e diffusa obiezione lanciata dagli oltre 200 genitori intervenuti all’assemblea pubblica chiesta dal Comitato No Amianto, all’Auditorium Loria, ieri sera, mercoledì 16 ottobre. Un incontro dai toni decisamente caldi che si è concluso con un arrivederci a presto. Tra i relatori l’assessore alla Pubblica Istruzione delle terre d’Argine Giuseppe Schena, la referente del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione di Carpi, Monica Selmi e la responsabile del laboratorio analisi di Aimag, Manuela Baraldi. Un confronto duro quello giocato tra i due fronti contrapposti: “il problema non c’è – ha attaccato Schena – dal momento che la comunità scientifica e gli esperti dicono che la presenza di fibre d’amianto nell’acqua non costituisce un pericolo per la salute umana. Cosa vi aspettate: che vi dica che ci sono evidenze provate che tra vent’anni l’ingestione non provocherà danni? Sarei un irresponsabile a dirlo. Ma chi ci assicura che ciò che mangiamo e respiriamo, in futuro, non ci farà ammalare?”. Qualcuno dalla platea si accende e chiede che le istituzioni adottino il “principio di precauzione”. Principio, ribadisce Schena, “che viene applicato qualora esista un pericolo. Non è questo il caso”. L’acqua è potabile e sicura, aggiungono gli esperti, ma i genitori non ci stanno. “Dobbiamo poter scegliere per noi e i nostri figli. La salute dei bambini è affar nostro”, è il leit motiv della folta platea. Schena allora gioca la carta della fiducia: “se i cittadini non si fidano delle istituzioni, dove andremo a finire?”. Ma il suo asso di briscola cade nel vuoto: i genitori vogliono la reintroduzione della bottiglia nelle mense scolastiche e poco importa se l’acqua imbottigliata non viene sottoposta ad alcuna analisi per rintracciare l’eventuale presenza di asbesto. “Anche se il problema non c’è, – prosegue Schena – prendiamo atto della vostra preoccupazione e per recuperare un rapporto di fiducia reciproca, siamo disposti a venirvi incontro e a valutare soluzioni condivise”. Sostanzialmente le istituzioni “a stretto giro” dovrebbero incontrare i rappresentanti dei genitori per procedere su un “doppio binario”, rispettando la scelta di chi vuole venga dispensata acqua in bottiglia in mensa e chi, invece, non pone il veto su quella del sindaco. Il Comitato No Amianto, fondato da Sara Rovatti, Emanuele La Manna ed Elena Chiriatti, ha proposto l’introduzione dei boccioni, scelta a basso impatto ambientale e rispettosa di tutte le norme igienico – sanitarie. Il comitato che ha già raccolto un migliaio di firme per bandire l’acqua del rubinetto tra le pareti scolastiche, si è dichiarato disposto anche a discutere in prima persona il contratto di appalto con i produttori di boccioni per strappare il prezzo migliore e di farsi carico delle spese fino a quando il Comune non troverà soluzioni alternative. Anche tale opzione sarà presa in considerazione. Parola di Giuseppe Schena.
Jessica Bianchi