Ratti, e guerra sia!

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Gli ultimi avvistamenti sono stati quelli nel parco Pertini di via Bollitora. In precedenza, a fronte delle segnalazioni di alcuni cittadini, si era reso necessario un intervento di disinfestazione nell’area verde di via Catellani dietro alle Medie Alberto Pio e pure nella zona di via De Amicis, nell’area verde abbandonata dell’ex cantina.
Capita spesso che siano i privati a segnalare il problema: “li abbiamo visti uscire più di una volta – dice una signora, residente nella zona di Cibeno – Purtroppo è capitato di ritrovarseli in casa a piano terra e, vi assicuro, non è piacevole. Io ho dei figli e temo per la loro salute”.
Carpi non è certo l’unica città alle prese con il problema e pare che ce ne dobbiamo fare una ragione. “Quella contro i ratti è una lotta antica e tantalica – spiega il dottor Mauro Ferri del Servizio veterinario dell’Ausl di Modena – perchè questi animali riescono a sfruttare a loro vantaggio alcuni aspetti delle nostre attività e delle nostre città da legarvisi così strettamente da essere diventati fedeli sinantropi. Di fatto questi roditori, partiti dall’Asia alcuni secoli fa, si sono diffusi in Europa dal Medioevo alla rivoluzione industriale e poi hanno raggiunto pressoché tutti i continenti e accompagnano ovunque la crescita della popolazione umana, nutrendosi a spese delle derrate alimentari e dei rifiuti e approfittando di discariche, cantine, rete scolante e fogne per rifugiarsi e riprodursi. Il loro mondo è sotterraneo ed esplorano la superficie alla ricerca di cibo per lo più di notte ed è questo comportamento che, insieme all’elevato tasso riproduttivo, permette loro di compensare la forte pressione esercitata dai tanti nemici naturali e domestici che hanno anche nella nostra provincia (uccelli da preda notturni e diurni, mustelidi, volpi, serpenti e gatti domestici). Nelle città un ruolo determinante è svolto dalla rete scolante e quella fognaria che offrono rifugi certi che i roditori lasciano soprattutto di notte utilizzando caditoie e tombini per andare alla ricerca di cibo. Ma possono adattarsi anche a realizzare rifugi sotterranei scavando complicati sistemi collegati da una intricata serie di sentieri di superficie, soprattutto sulle sponde dei canali e nelle aree ruderali”.
Ferri precisa subito che stiamo parlando di ratti (Rattus norvegicus), detti anche ratti grigi e popolarmente noti come surmolotti e pantegane, animali ben diversi, nelle dimensioni e soprattutto nel comportamento dai ben più piccoli topolini delle case (Mus musculus) in genere relegati agli ambienti rurali e ai magazzini rurali. Per la verità ancor oggi è possibile imbattersi nel ratto nero (Rattus rattus) che ha colonizzato l’Europa alcuni secoli prima di quello grigio adattandosi alla parte di superficie degli edifici e, anzi, prediligendo tanto le parti più elevate delle case da meritarsi l’appellativo di ratto dei solai, una vocazione coerente con il suo habitat di orgine che sono i boschi dove questa specie, inadatta a scavare, si dimostra ottima arrampicatrice e abile costruttrice di nidi aerei simili a quelli degli scoiattoli.
“Gli aspetti più eclatanti della intensa lotta a questi roditori sono le trappole di tutti i tipi e le esche tossiche ma è noto che trappolaggi ed esche sono sempre meno efficaci a causa della forte adattabilità e della resistenza acquisite. Non essendo realistica la possibilità di eradicare questi indesiderati, dobbiamo puntare sulla prevenzione, favorendo la conoscenza delle caratteristiche comportamentali ed ecologiche di queste specie e favorire la diffusione di comportamenti virtuosi per eliminare i fattori predisponenti la proliferazione di questi ospiti indesiderati delle nostre città ed evitare che possano costituire una minaccia, non solo per le derrate alimentari, ma anche e soprattutto per la nostra salute, dato che possono compromettere la qualità igienica delle nostre città e delle nostre case e diventare serbatoi di malattie trasmissibili agli animali domestici e all’uomo”.
La parola d’ordine nella lotta ai ratti è prevenzione e questo spiega come alcuni errati comportamenti individuali, apparentemente veniali, possano trasformarsi in potenti cause predisponenti il rafforzamento delle popolazioni murine (dei topi e dei ratti) . “I sacchetti della spazzatura di casa contengono normalmente sostanziose percentuali di prodotti non solo commestibili – gli avanzi dei nostri pasti e i cibi guasti e scaduti – ma addirittura di alto valore nutritivo ed è assolutamente irresponsabile non solo abbandonarli ma anche lasciarli fuori dei cassonetti perchè costituiscono un’offerta alimentare irresistibile. Quindi massima diligenza nel depositare i rifiuti nei cassonetti. Una raccomandazione anche ai virtuosi della raccolta differenziata che hanno la possibilità di produrre il compost in giardino con la propria frazione umida: devono prestare particolare attenzione a essere certi che il contenitore, acquistato o autoprodotto, sia inaccessibile ai topi per non correre il rischio di attrezzare una mensa per ratti. A questi ultimi – prosegue il dottor Ferri – non piace vivere nelle fogne e, quando trovano giardini abbandonati, con ruderi, cumuli di rottami o depositi di legna inutilizzati li eleggono volentieri a loro dimora. La legna dovrebbe essere tenuta a buona distanza dalle mura di casa, appoggiata su pallet e non sul terreno e sfruttata in modo da essere utilizzata fino in fondo, onde evitare di lasciare che gli strati inferiori diventino rifugi per animali indesiderati e nidi per roditori. Ricordiamoci che i topi non amano percorrere spazi allo scoperto e la presenza di cataste e cumuli di materiali costituisc un valido aiuto per sottrarli alla caccia di gatti uccelli da preda notturni. La presenza di qualche nido artificiale per civette, allocchi o barbagianni può aumentare il livello di prevenzione non solo nel nostro cortile ma per tutto il vicinato”.
E’ possibile che siano stati visti ratti saltare da un ramo all’altro sugli alberi di un parco?
“I nostri ratti si suddividono in due specie: grigi e neri. In genere quelli grigi sono scavatori e prediligono il sottosuolo mentre i ratti neri sono di vocazione più forestale poiché più adatti ad arrampicarsi sugli alberi dove costruiscono i nidi. Ambedue le specie, comunque, sono ampiamente adattabili alla situazione locale e, quindi, i ratti neri possono adattarsi al sottobosco, alle cataste o ai magazzini mentre quelli grigi sono capaci di salire sugli alberi per cercare frutta o semi”.
Gli stagni e i laghetti nei parchi possono attirare i ratti?
“In linea di massima no, ma spesso sulle rive degli stagni dei parchi si concentrano gli appassionati di animali che amano offrire cibo ai loro beniamini – anatre, tartarughe, pesci – e questi comportamenti si trasformano non di rado in offerte che finiscono per attirare anche i ratti che, in questi casi, si sistemano con le tane sulle rive più protette dalla vegetazione e diventano così i beniamini involontari di questi stagni. Succede la stessa cosa quando si lascia il mangime ai colombi, trasformando così un’aiuola in un habitat adatto a una colonia di ratti, invisibile ma presente e dannosa”. Meglio evitare queste offerte alimentari e dedicarsi al cosiddetto bird gardening e cioè all’uso di mangiatoie e alimenti specialistici destinati, ad esempio, a uccelli insettivori e piccoli granivori migratori, preferibilmente d’inverno. Su internet o presso molte associazioni si possono ricevere spunti e suggerimenti. I risultati sono garantiti su pettirossi, merli, verdoni, fringuelli, cincie… pur mantenendo decorosi giardini e parchi, senza aiutare ratti e topi”.
I ratti, dunque, prosperano in città in modo proporzionale all’incuria con cui ci disfiamo di cibo, scarti e rifiuti e alla imprudenza con la quale indulgiamo in comportamenti apparentemente appaganti, come la somministrazione di pane secco o granaglie ai colombi. Insomma la presenza di questi roditori indesiderati è, in qualche modo, un riflesso dell’abbondanza e, purtroppo, anche dello spreco in cui viviamo. Comportamenti virtuosi sono importanti per aiutare a sviluppare una più serena convivenza con gli animali.
Sara Gelli

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