“I bambini sanno cogliere l’essenza delle cose e rappresentarla con i pochi semplici tratti che servono a trasmetterla. Così si viene attanagliati dal terrore che incutono i denti o le zampe dei mostri, oppure dilaniati dai denti spietati di una ruspa che ti porta via le macerie, ma si viene portati, leggeri, sulle ali di una farfalla, sui colori dell’arcobaleno perché più forte di tutto è lo spirito della vita e questo i bambini lo sanno, lo sentono dentro e ce lo raccontano lasciando un’impronta”. E’ già nelle poche parole delle insegnanti delle scuole di Novi e Rovereto, Maria Grazia Bambacaro, Gianna Lodi e Cristina Mazelli, referenti del progetto Lasciamo un’impronta, che traspaiono la bellezza e il senso dell’esperienza che grandi e piccini, guidati da Umberto Stefano Benatti, artista, esperto nell’utilizzo delle tecniche espressive nell’area del disagio psicosociale e titolare del Centro educativo ArServizi di Carpi, hanno vissuto. Un progetto nato per ri-costruire, simbolicamente, uno spazio comune e condiviso dopo il trauma del sisma. Per riappropriarsi della terra nella sua accezione più materna, attraverso la straordinaria esperienza dell’arte. E per lasciare un segno. Testimonianza del proprio passaggio. A chi verrà. “Un progetto – ha commentato Rossella Garuti, dirigente dell’Istituto Comprensivo R. Gasparini di Novi di Modena, reso possibile grazie alla raccolta fondi di Unicredit Spa e al grande gesto di solidarietà di clienti, dipendenti e cittadini che hanno effettuato versamenti sul conto corrente Terremoto in Emilia Romagna e Lombardia: sostieni le popolazioni colpite, d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna. In quei giorni di inizio scuola, nel settembre 2012, a Novi e Rovereto non avevamo strutture stabili e allora abbiamo pensato al futuro: nelle nuove scuole che stavano costruendo, volevamo lasciare un segno nostro, dei nostri bambini e ragazzi, per i futuri alunni. Un’impronta, un segno di ciò che stavamo vivendo, che potesse testimoniare che non ci eravamo arresi e avremmo fatto una scuola più bella e allegra di prima. Le parole dei bambini dell’infanzia – E noi che siamo tanti come una grande flotta… teniamo botta – testimoniano la volontà di guardare al futuro senza arrendersi”. Un progetto, realizzato direttamente dai bambini e fortemente sostenuto dal Comune di Novi, nello specifico dall’assessore alle Politiche scolatiche ed educative Marina Rossi, che ha fornito i materiali per le opere, i cubi cemento e la stampa dei piccoli cataloghi. Umberto Stefano Benatti ha così aiutato i bambini a imparare a convivere con un ricordo pesante e spaventoso, rielaborandolo concretamente, con entusiasmo e mettendo quel pizzico di spensieratezza, allegria e fantasia che solo i piccoli possiedono.
“In laboratorio, a partire dal fare arte ceramica e dalle infinite possibilità espressive dell’argilla, gioco e fantasia sono stati alla base di un’esperienza ludico-creativa per la realizzazione e l’interiorizzazione di un luogo comune della e per la comunità scolastica e non solo”, spiega l’artista Benatti. ArServizi, che da diversi anni svolge un’azione educativa nell’ambito della prevenzione del disagio psicosociale e rieducativa laddove il disagio sia già presente, ha rivolto il proprio intervento ai bambini delle scuole dell’infanzia, a tutte le classi della scuola primaria e alle classi prime e seconde delle scuole medie di Novi e di Rovereto, proponendo un’esperienza piacevole, strutturata in un contesto contenitivo, facilitante e rassicurante.
“Racconto, manipolazione di materiali plastici, l’argilla in quanto terra, come elemento predominante, sono stati utilizzati quali elementi mediatori dell’esperienza, al termine della quale il processo di realizzazione ha coinciso con la trasformazione delle nuove scuole in luoghi di piacere estetico, incorporati con il vissuto di alunni, studenti e insegnanti, interiorizzati attraverso la percezione sensoriale e l’esperienza all’interno di un gruppo di lavoro”, prosegue Benatti. Il laboratorio Lasciamo un’Impronta – L’arte nella rinascita condotto da Umberto Stefano Benatti, a partire dall’esplorazione e manipolazione della materia e attraverso la conoscenza delle tecniche di lavorazione e decorazione della ceramica, è divenuto il mezzo per poter costruire delle opere che racchiudevano il lavoro di tutti. Sei grandi contenitori di cemento armato, materiale edile spesso sterile dal punto di vista estetico, sono divenuti così supporto, tela grezza sulla quale creare immagini che raccontano. Completamente ri/vestiti di mattonelle incise e decorate a formare pareti di terra colorata. “Ogni mattonella – spiega l’artista carpigiano – è una storia e ogni storia è nel posto giusto. Spesso l’attenzione posta dai piccoli autori è alle cose di tutti i giorni, anche divertenti e piacevoli, al presente che però, a volte, accoglie e attualizza il vissuto del passato che ha lasciato in loro un segno profondo”.
Le coloratissime e personali immagini offerte nei grandi cubi esposti nei cortili delle scuole di Novi e di Rovereto e che conterranno fiori e piante, lasciano una traccia visibile di un percorso educativo, oltreché artistico ed espressivo di riappropriazione del proprio ambiente di vita. Opere da ascoltare col cuore e da vedere profondamente nei segni e nei colori, nelle mezze tinte, nelle tonalità, a volte vivaci, a volte sfumate e discrete. Segni e colori delle terre di provenienza o eredità culturali, capacità di cogliere l’essenziale, attraverso l’universalità del linguaggio espressivo. La fantasia di chi si troverà a visitare queste opere potrà arricchire ulteriormente questo grande racconto plastico. E, ricordate, “ogni piccola impronta rappresenta la testimonianza del nostro presente, per non dimenticare ciò che è stato e guardare al futuro”.
J.B.