“Da Renzi mi aspetto di più”

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Renziano: si, no, forse…
“In questi  mesi, insieme a decine e decine di neo parlamentari, mi sono definito un apolide. O forse, meglio ancora, un “parlamentare del Pd”. La mia candidatura è in quota nazionale e fa parte di quel gruppo di persone che la segreteria nazionale ha scelto per competenza su alcuni settori, per stima e notorietà. Le persone che mi hanno cercato sono state Letta e Franceschini che conoscevo da tempo, ma che fanno capo a due correnti diverse. A conferma di quanto dicevo all’inizio”.
Dopo le tante defezioni contate al Cinema Corso, in occasione della prima visita carpigiana da parte del sindaco di Firenze, questa volta il gotha della politica locale era tutto seduto sulla collina. Onori di casa o ripensamenti?
“E’ un vezzo di molti dirigenti del Pd, soprattutto di coloro che non hanno mestiere e che, per ovvi motivi, sono preoccupatissimi  del loro futuro. Penso alla candidatura di Veltroni, allora vincente, sulla quale salirono tutte le componenti ex Ds e Margherita, fatta eccezione di Bindi e Letta. E poi c’è un dato di realtà: la candidatura di Renzi è l’unica credibile allo stato attuale. Pensare segretario Civati o Cuperlo fa un po’ sorridere. Cuperlo è un ottimo intellettuale, lo stimo , ma come segretario proprio non ce lo vedo. Al di là del pizzico di ironia che ho usato in questi giorni, credo sia ovvio che coloro che lo hanno combattuto comunque si facciano attenti alla sua proposta. Spero lo facciano con spirito critico e senza alcuna piaggeria. Renzi  se sarà segretario avrà bisogno di teste pensanti, anche critiche se necessario. Il Pd è un partito complesso”.
Condivide i temi lanciati da Renzi? 
“Condivido molti dei temi che propone, ma vorrei che questi temi uscissero dalle battute giornalistiche e assumessero la forma di un progetto strutturato, che offra una visione dell’Italia che vorremmo. E’ questo il salto che chiedo a Renzi. Per anni ho lavorato dentro al Cnel,  ho avuto il piacere di frequentare i temi che Renzi propone, ma al Cnel per essere credibili occorre che la proposta abbia una fondatezza scientifica, una sostenibilità economica e sociale. Sul welfare, sul lavoro, sui temi della competitività si intrecciano un  coacervo di tematiche che vanno possedute. Altrimenti anche la politica diventa slogan, e di slogan  in questi anni ne abbiamo sentiti tanti, soprattutto quelli di Berlusconi”.
E’ quella la direzione che deve prendere il Pd?
“Il Pd ha un’identità irrisolta, un po’ come l’immagine cha ha Mafalda di se stessa. Nel Pd c’è ancora chi sogna il partito socialista  o la socialdemocrazia tedesca. A me pare che la prospettiva sia un‘altra, ovvero quella di un partito riformista, con vocazione maggioritaria, che sa dialogare con tutti soggetti che hanno a cuore il bene comune del Paese, senza alcun pregiudizio ideologico. L’Italia del dopo crisi sarà diversa e forse migliore. Sussidiarietà e solidarietà, diritti ma anche doveri, libertà di intrapresa, protagonismo del terzo settore e delle famiglie, amministrazione pubblica efficiente, ridefinizione dello spazio  pubblico. Mi pare che su questi temi  Renzi appaia più avanti di altri”.
Molti lo accusano di non essere di Sinistra, è così? 
“Mi sembra un dibattito di lana caprina. Cosa vuol dire oggi essere di Sinistra? Vendola è di Sinistra o più semplicemente un neo conservatore? Essere di Sinistra è proporre ancora un sindacalismo che vede nell’impresa una controparte? Essere di Sinistra è proporre un liberismo etico di stampo individualistico? Proporre solo la cultura dei diritti senza mai fare riferimento ai doveri è di Sinistra o di Destra? La competizione o il valore del  merito siamo sicuri che siano valori di Destra? Il valore, non discutibile, della uguaglianza, uguaglianza  delle opportunità  è di Destra o di Sinistra?”.
Cosa si aspetta dal congresso?
“Intanto c’è da sperare che Epifani decida una data. Rimango allibito da questo infinito tormentone sulla data. Di chi si ha paura? Si ha paura di un dibattito  franco e onesto? Ecco mi aspettò che il confronto inizi sui contenuti, sull’Italia che vorremmo, sul partito e sulla sua mission. A oggi il dibattito si è  accartocciato sui nomi e sulle tattiche correntizie. Ma come è possibile con un  Paese ancora dentro il tunnel della crisi?  Come è possibile che il Pd, che giustamente ambisce a governare il Paese, comunichi divisione, confusione e ambiguità sulla linea da seguire?”.
Pensa che Renzi sarà il successore di Bersani?
“Se accetta di scendere in campo – e non lo darei per scontato – penso che a oggi non vi siano candidature altrettanto solide e capaci di competere con lui. Poi in politica davvero tutto può cambiare in un attimo. Vedremo con la ripresa autunnale, la stabilità del Governo e il ruolo che giocherà Letta, che non starà certo a guardare”.
Come commenta l’entusiasmo della gente?
“Renzi è un grande comunicatore e in politica saper comunicare non è una virtù da poco. Soprattutto quando ci si ritrova ad ascoltare, il più delle volte, un politichese da “allevamento in batteria” stanco e rituale. Ma non bastano la comunicazione o la battuta, occorre anche comunicare un progetto con freschezza e rigore intellettuale. E su questo da Renzi mi aspetto di più”.

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