Tradire i compagni non paga…

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Chi mi conosce sa che non sono una sportiva nè, tantomeno, una tifosa. L’umorismo però non mi difetta e la nota stampa dell’Italia dei Valori di Carpi (chi?) mi ha proprio risollevato il morale. Il fatto: nella seduta di Giunta del 23 luglio è stata discussa e votata una delibera avente a oggetto la stipula della convenzione per l’affidamento in gestione e l’utilizzo dello Stadio Cabassi di proprietà comunale a favore del Carpi FC 1909. A sorpresa, il nostro vicesindaco, Alessia Ferrari, ha votato contro. La convenzione prevede “un contributo economico pubblico a favore della società calcistica per sostenerne l’investimento e il progetto imprenditoriale. La società beneficia già dell’utilizzo gratuito delle strutture per la sua attività e i lavori sono esclusivamente destinati alla disputa del campionato di Serie B in quanto lo stadio è già stato ristrutturato e messo a norma lo scorso anno. In questo senso non si rileva un prevalente interesse pubblico e della collettività”. E brava la dipietrina Ferrari! Altro che strategia politica, qui siamo alla farsa. Carpi muore – culturalmente ed economicamente – e ora, che il calcio potrebbe fare da volano per la nostra città, portando Carpi alla ribalta mediatica, direttamente su Sky, l’assessore alla Cultura fa lo sgambetto ai suoi colleghi. Giusto per non lasciarla sola del tutto, l’IdV è corso in suo aiuto esprimendo la propria contrarietà. Il contributo forfettario su base annua che il Comune sborserà al Carpi FC 1909 (89mila + iva) proprio non va giù al partito: “L’interesse sotteso all’esigenza di stipulare la convenzione è quello di trovare un soggetto che si occupi della gestione dello stadio o piuttosto assecondare l’interesse della neopromossa squadra di Serie B di avere a disposizione uno stadio ove disputare le proprie competizioni?… Ci pare significativo porre l’accento sul fatto che, in un momento di così grande difficoltà economiche sia per i cittadini che per gli enti locali “investire” una così importante cifra in questa direzione appare quantomeno stridente. Specie poi se si considera che a fronte di cittadini con le tasche sempre più vuote ed enti locali chiamati a tagliare servizi e ridurre prestazioni, il Carpi FC 1909 potrà contare su ingenti risorse aggiuntive derivanti dai diritti televisivi per la trasmissione delle partite”. Qualcuno ha forse dimenticato di informarli che il Comune di Carpi, sino ad oggi, ha sganciato alla società biancorossa circa 200mila euro l’anno?
“Lo Stadio – continua la nota dell’IdV – è stato interessato da ingenti lavori di ripristino e messa a norma e pertanto oggi in perfetta funzionalità  (salvo ovviamente voler sostenere che i lavori fatti non siano stati compiuti a regola d’arte o si sapesse in partenza che erano insufficienti)”. I carpigiani, tifosi e non, volenti e nolenti, hanno pagato ben 1,5 milioni di euro per ridare dignità al “grande vecchio” affinché potesse ottemperare alle normative della Prima Divisione Lega Pro. Dov’era il nostro vicesindaco quando vennero decisi quei lavori “insufficienti”? La crisi non attanagliava già le famiglie? Il bilancio comunale brillava forse di luce riflessa quando la Giunta dette il via libera ai lavori al Cabassi nell’estate del 2011? Le priorità allora erano diverse? Eppure, allora, nessun pollice verso fu alzato. Alle sollecitazioni degli altri assessori di “fornire valide alternative gestionali” (il documento è on line su carpidiem.it) la Ferrari non ha risposto, limitandosi a chiedere di “verbalizzare quanto emerso dal confronto”. Verba volant, scripta manent e, in tempo di campagna elettorale, magari questo presunto asso di briscola potrebbe essere estratto ad arte per creare un consenso tra i carpigiani sempre più impoveriti… A noi però, caro vicesindaco, pare una mossa decisamente fallace: “tradire” i compagni, si sa, non paga mai… Sì, no, forse… le polemiche sul Cabassi ci hanno letteralmente prostrati (mai quanto la nuova piscina) ma non è certamente la nostra salute mentale il problema. Ci sono famiglie che non ce la fanno a pagare il mutuo. Che non possono permettersi una bistecca o un filetto di salmone. Ci sono questuanti sotto i portici che potrebbero essere i nostri vicini di casa. Potremmo essere noi. La nostra città sta mutando: non è più ricca come un tempo. I nostri amministratori devono rendere conto di ogni decisione, di ogni spesa che esce dalle casse comunali. Salvare i servizi primari è fondamentale ma se non si cercano altre strade per introitare, l’ente pubblico è destinato a implodere. La cultura può costituire la carta vincente per uscire da questa impasse. Ciò che esigiamo è che l’assessore alla Cultura faccia il proprio mestiere. Non limitandosi a chiedere la collaborazione dei privati per organizzare qualche concertino sul rialzato della Piazza, bensì facendo germogliare delle idee, offrendo così ai carpigiani la bellezza e la levità di una programmazione culturale vera.
Jessica Bianchi

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