Sacrari

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Da tempo ci si interroga sulle strategie da mettere in campo per valorizzare il patrimonio artistico e culturale di Carpi, cittadina di provincia distante anni luce dai più importanti circuiti turistici del Belpaese. Così come da secoli si discute della possibilità di concepire il patrimonio artistico e culturale italiano come fonte di ricchezza per il Paese. Ma pare che i tempi non siano ancora maturi per superare l’antica concezione secondo la quale all’opera d’arte possa bastare il proprio valore intrinseco. E’ così che si concepisce anche Palazzo Pio: un sacrario all’interno del quale viene custodito il patrimonio del Museo della città. E nell’eventualità in cui ci fosse qualcuno che non ne intuisse l’importanza culturale o arrivasse ad avanzare critiche su una concezione così vetusta dell’edificio storico e del suo contenuto, verrebbe certamente additato in quanto zotico e ignorante. E’ così che contenitore e contenuto perpetuano la loro essenza, che resterà intatta nei secoli a venire. Non stupisce che l’idea di una cena all’interno del Cortile d’Onore abbia fatto inorridire chi aveva appena rigettato il concetto di merchandising.
Stare al passo coi tempi non significa certo accettare in modo sconsiderato ogni proposta, ma l’idea di poter incassare (la tariffa giornaliera per il Cortile d’Onore è di 1.088 euro) dalla concessione di spazi pubblici risorse sempre più necessarie al bilancio comunale non è da buttare. Così come l’idea di vivere in modo diverso spazi che hanno una storia e un valore artistico. Un rivolo d’acqua di un frigo rotto e due scritte nei bagni pubblici non devono ricacciare nella paura che possa succedere l’irreparabile. E’ per questo che esistono i regolamenti comunali che a Carpi sono più di sessanta: c’è quello di igiene, quello per la gestione dei campi da calcio, quello delle tombe di famiglia, quello edilizio e anche quello per l’utilizzo e la concessione in uso di spazi del complesso monumentale di Palazzo Pio. Oggi concepiti per imbrigliare e complicare la vita dei cittadini, i regolamenti (da sfoltire e snellire) dovrebbero stabilire le ‘regole’ e il Comune dovrebbe verificarne il rispetto, configurando possibilità magari oggi inedite e senza scoraggiare i privati.
L’evento Starlight – Festa a Palazzo Pio, la cena del 17 maggio scorso, con tutti i difetti della ‘prima volta’ ha rappresentato una modalità originale di concepire il Cortile d’Onore ed è stato apprezzato in città. Da tanti, inevitabilmente non da tutti. E’ successo anche a Firenze, quando Ponte Vecchio fu affittato (120mila euro) per la festa della Ferrari. Anche allora il Movimento 5 Stelle presentò un’interrogazione. Rispose Matteo Renzi. E’ il momento allora che intervenga Campedelli!
Sara Gelli

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