Piccoli incidenti domestici possono – se non si agisce con prontezza – trasformarsi in tragedie terribili. I numeri di decessi infantili legati all’ostruzione delle vie aeree, nel nostro Paese rappresentano un vero e proprio bollettino di guerra. A morire soffocato è 1 bimbo alla settimana. Fatalità che, spesso, possono essere scongiurate, adottando semplici manovre. Sempre più numerosi sono i genitori, i nonni e coloro che lavorano ogni giorno col mondo dell’infanzia che accettano prontamente l’invito della Croce Rossa di Carpi a seguire le lezioni di pronto soccorso pediatrico. Letteralmente prese d’assalto, queste lezioni semplici e pratiche mostrano come comportarsi in caso di emergenza, allontanando così il rischio di perdere il proprio bambino poiché incapaci di agire in modo veloce. Viviamo nell’era di Internet, le informazioni sono a portata di clic, ma non basta. La gente chiede di più per il bene dei propri bambini. L’informazione è fondamentale, non ci si affida più soltanto ai consigli del pediatra o ai rimedi della nonna. Per non parlare poi delle interminabili attese al Pronto Soccorso… Mille ansie prendono il sopravvento sui genitori di oggi, quelli dell’era dello stress, iperdediti a uno o al massimo a due figli, supergenitori a cui si chiede di tutto e perfezionisti del loro ruolo. Nel caso specifico, per cercare di evitare che un piccolo incidente domestico possa assumere i contorni della tragedia, i genitori vogliono poter scegliere di intervenire: la vita di un figlio viene prima di qualsiasi altra cosa. E malgrado il terrore di sbagliare scelgono comunque l’assunzione di responsabilità. E se la fatalità è sempre in agguato, conoscenza o no, è pur vero che pensare di poter gestire l’emergenza consente comunque di esorcizzare la paura più grande: quella di sopravvivere a un figlio. E allora, affinché il tabù dei tabù, ovvero la morte prematura di un figlio su un genitore, non venga infranto, ci si informa. E si crede di poter così controllare anche l’imprevisto più infausto. Il più temuto. La morte del proprio (sempre più spesso unico) figlio.
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