Ma i soldi dove sono?

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Dal 10 gennaio, le banche potrebbero iniziare a elargire i contributi (fino all’80%) per la ricostruzione di case e imprese con i 6 miliardi stanziati per i danni del terremoto. Ma l’uso del condizionale è duopo, dal momento che gli istituti bancari, finora, tacciono persino sul numero di richieste a loro pervenute e non ci risulta, perlomeno a Carpi, e sino a questo momento, di cittadini risarciti. Il sito della Regione Emilia Romagna snocciola numeri a dir poco infinitesimali e alquanto preoccupanti. Sarebbero infatti soltanto 900 le procedure avviate attraverso il Mude (il modello unico digitale per l’edilizia, ovvero una piattaforma telematica attraverso cui i professionisti, incaricati dai cittadini che abbiano avuto l’abitazione danneggiata dal sisma, possano espletare tutte le pratiche edilizie necessarie per gli interventi e per il contributo ai lavori) per ricevere il contributo che riguarda circa 3mila abitazioni. Di queste, 70 richieste sarebbero state depositate presso gli istituti bancari che attendono la fatturazione dei lavori per eseguire i pagamenti. Delle 900 procedure, che riguardano edifici con danni B, C ed E leggere, 200 sono state già accettate dai Comuni e di queste 1 su 4 sono in fase di pagamento o di saldo. Per quanto riguarda le imprese, le richieste inserite nel sistema Sfinge (il sistema elettronico tramite il quale le aziende debbono presentare le domande di contributo) a oggi sono circa 400. Numeri che fanno sollevare numerose perplessità: come mai a fronte di 3mila abitazioni danneggiate, dopo otto mesi, sono solo 900 le richieste di contributo? Il dubbio che assale molti è lecito: la burocrazia farraginosa legata alle ordinanze sulla ricostruzione sta forse disincentivando i cittadini a presentare le domande? La sensazione generalizzata che lo Stato abbia “negato” e “tacitato” il terremoto dell’Emilia, ha spinto forse la gente a far da sola? E a Carpi cosa sta accadendo? Molti cittadini che hanno subito danni causati dal sisma lamentano la scarsa chiarezza delle ordinanze regionali e la mancanza di risposte chiare e precise da parte dei tecnici del Comune. Un clima di incertezza quello in cui molti stanno vivendo che non solo rallenta i lavori ma fa temere il peggio anche sul fronte dei contributi statali per la ricostruzione e il ripristino. Quante richieste di contributo sono state presentate in città? Lo chiediamo all’assessore all’Urbanistica del Comune di Carpi, Simone Tosi.
Quante domande sono arrivate ad oggi al Comune di Carpi per accedere ai contributi?
“Ad oggi sono 31, di cui 29 relative a immobili con danni classificati B e C e 2 relative a E leggere”.
Quante sono state rigettate poiché ritenute non congrue coi requisiti delle ordinanze? 
“Ne sono state rifiutate 10”.
L’Amministrazione procederà con eventuali espropri in centro storico laddove i proprietari non vogliano intervenire e, soprattutto, il Comune potrebbe farsi carico di una cifra tanto onerosa?
“Dapprima occorre capire quale sia l’entità dei danni al centro storico, poi il Consiglio Comune deve deliberare come procedere, dopodiché si deciderà quali soluzioni mettere in campo. Oltre a darci la possibilità di espropriare dovrebbero darci anche le risorse per poterlo fare”.
Jessica Bianchi

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