Cala un’ombra sul futuro dell’asilo di Budrione

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Cala un’ombra sul futuro della Scuola paritaria dell’Infanzia Aida e Umberto Bassi di Budrione. L’asilo, lo ricordiamo, ha sede nella casa padronale adiacente alla Chiesa, uno stabile che venne dato in usufrutto alla Parrocchia di Budrione – Migliarina dai proprietari, i coniugi Aida e Umberto Bassi, affinché fungesse da scuola per i piccoli della frazione. Usufrutto confermato negli Anni Sessanta dal figlio della coppia e trasformato poi in donazione. Chiuso all’inizio degli Anni Novanta per mancanza d’iscrizioni, lo stabile è rimasto a disposizione della parrocchia. Col ripopolamento della frazione però – e su spinta dell’intraprendente ex parroco don Andrea Zuarri, oggi trasferito a Rovereto – si rese necessaria la riapertura della materna per rispondere così ai bisogni emergenti delle famiglie residenti. Ammonta a 1 milione e 300 mila euro la spesa per la ristrutturazione della struttura inaugurata alla fine del 2008, somma stanziata da Fondazione Cassa di Risparmio Carpi, Cei e dagli stessi parrocchiani di Budrione e Migliarina, attraverso la campagna Adotta l’asilo. “Rate” che la comunità parrocchiale sta tuttora pagando, ma per quanto tempo ancora? Martedì 8 gennaio, genitori, corpo docente dell’asilo e parrocchiani hanno incontrato il vescovo, monsignor Francesco Cavina, durante un’assemblea pubblica decisamente infuocata, nonostante le rigide temperature invernali. Al centro del dibattito il futuro della scuola paritaria: chi la gestirà ora? Chi la amministrerà ora che don Andrea è stato trasferito altrove e il nuovo prete, in quanto polacco, non può essere designato quale amministratore finanziario della Parrocchia? Il vescovo non ha dubbi e si è presentato con una soluzione chiavi in mano. Nessun margine di contrattazione. La gestione dell’asilo sarà affidata per i prossimi tre anni in comodato gratuito alla Fondazione Paltrinieri (che già si occupa di due strutture, una a Santa Croce e una a Gargallo) ma il mutuo dovrà restare a carico dei parrocchiani. Della serie vi tolgo l’asilo ma vi lascio il debito… La reazione dei parrocchiani non si è fatta attendere: “lei ha legittimamente spostato il nostro parroco – si è levata una voce dalla platea – ora deve farsi carico delle conseguenze”. Applausi a scena aperta. Sostanzialmente la Fondazione Paltrinieri si occuperà “soltanto” dell’amministrazione della scuola, ha sottolineato un infastidito Cavina: la scuola resterà cattolica, le sezioni attuali di Budrione non verranno spostate nè Gargallo nè a Santa Croce e il personale docente rimarrà invariato. E se molti genitori hanno tirato un sospiro di sollievo nel sapere che non saranno introdotte delle religiose tra le maestre, restano alcuni nodi da sciogliere. La direzione didattica sarà infatti affidata alla suora che già ricopre tale ruolo nelle altre due strutture: interferirà nei programmi e nel progetto formativo “laico” dell’asilo di Budrione? Si domandano molti genitori dei piccoli frequentanti l’Umberto Bassi. Tranquilli, assicura Cavina, la scuola resterà autonoma, la Fondazione fungerà semplicemente da supervisore. Per i parrocchiani invece, la vicenda ha ben altri contorni. La comunità che da anni sostiene l’asilo infatti, vedendoselo togliere, è già passata al contrattacco. “Non si può venir qui senza ascoltare le nostre istanze. Avevamo scritto a monsignor Cavina per vagliare soluzioni ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Noi non possiamo continuare a pagare il mutuo per la casa d’altri. E’ assurdo. La scuola doveva restare parrocchiale”, dicono i fedeli in coro. Il consiglio parrocchiale a causa del crescente malcontento si è già dimesso, vari fedeli hanno congelato i pagamenti della rata del mutuo e forse altri intraprenderanno la stessa strada. E nel caso il debito (circa 140mila euro) restasse insoluto cosa accadrà?
A fronte di un patrimonio religioso letteralmente spezzato dal sisma, la Diocesi riuscirà forse a farsi carico di tale somma? O, più probabilmente, si procederà alla chiusura della struttura magari adducendo giustificazioni relative a una “ipotetica” mala gestione? Peccato, perchè l’asilo non solo offre un prezioso servizio alle famiglie ma è in pareggio e, da quest’anno, avrebbe iniziato a produrre utili. Invece di stringersi intorno a una comunità privata della propria chiesa a causa della furia del terremoto – e del proprio parroco – e di prestarle ascolto, il vescovo ha scelto un’altra via, assestando poi il colpo di grazia: “se la parrocchia si comporta così è perchè don Andrea non ha seminato bene e di questo dovrebbe dispiacersi”. Parole che pesano come macigni e che non hanno certo contributo a rasserenare gli animi.
Jessica Bianchi

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