Un ulteriore passo avanti verso la normalità per gli ospedali colpiti dal terremoto: da alcuni giorni l’Ostetricia dell’Ospedale di Carpi è rientrata nella sua sede originaria al quarto piano. Il reparto, punto di riferimento importante per le donne della nostra provincia, ha ritrovato attrezzature e spazi che si connotano per un particolare comfort e attenzione alle partorienti. E, nonostante gli inevitabili disagi dovuti al terremoto, i numeri testimoniano il gradimento per il reparto anche nel periodo in cui è stato temporaneamente ospitato al primo piano: in ottobre sono oltre cento i bambini nati al Ramazzini, 200 le nascite dalla fine di agosto, quando l’Ostetricia ha ripreso la sua attività dopo il sisma. “Grazie al lavoro collettivo che ha visto impegnati tecnici e operatori sanitari, il reparto è stato ristrutturato dopo il sisma e offre alle donne ambienti ancora più accoglienti” spiega il dottor Paolo Accorsi, direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Carpi. “Ci sono stanze di degenza con due letti, la vasca per il parto in acqua, le sale travaglio dotate di doccia e sgabelli, una sala con letto multifunzione e tutti gli strumenti necessari per poter partorire nella massima sicurezza. E’ inoltre attiva anche una sala operatorie dedicata in caso di parto cesareo”. Oltre a strutture e tecnologie innovative, l’Ostetricia di Carpi si è da sempre distinta per il suo modello di assistenza, personalizzato e offerto a tutte le donne che prevede percorsi differenziati tra gravidanza fisiologica e non fisiologica. Quando la gravidanza è non fisiologica, cioè si verificano complicanze per la mamma o per il bambino, la gestione è a carico dell’ostetrica in condivisione col medico. Invece, in caso di gravidanza fisiologica, la donna è assistita in autonomia dall’ostetrica che rimane costantemente al fianco della donna. Un modello che ha ottimi risultati: ridotto uso di farmaci, minor numero di tagli cesarei, travaglio più breve, mamme e bambini più in salute.
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