Maestro di lettere e note

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Aldo Meschiari, professore al Liceo Fanti di Carpi, è da sempre amante della musica. Sospeso tra libri e spartiti, ha da poco pubblicato l’album Sottovoce che raccoglie 13 delle sue canzoni di maggior successo. Tra suoni ricercati e testi che solo un professore di italiano potrebbe scrivere, si crea un prodotto particolare, non commerciale, ma di pregiata fattura per chiunque apprezzi la musica. Quella ben fatta.
Com’è nata la sua passione musicale?
“Sono entrato in questo meraviglioso mondo quand’ero molto piccolo. Ho iniziato suonando il pianoforte e strimpellando la chitarra, col tempo ho cominciato a scrivere la mia musica e i miei testi e adesso eccoci qui”.
Ha uno stile e un’impostazione classica, c’è qualche autore a cui si ispira?
“Ho sempre ascoltato personaggi di altissimo livello come Fabrizio de Andrè, Vinicio Capossela e tanti altri. Sono stato influenzato nello stile da quelli che sono i miei idoli musicali, ma ho comunque cercato di creare qualcosa di originale che, nonostante il difficile momento per pubblicare un disco, potesse togliermi le mie soddisfazioni”.
Com’è nato questo lavoro e come è stato accolto dal mercato della musica?
“Questa raccolta di brani ha avuto una gestazione molto lunga. Credo che un lavoro per potersi sviluppare bene abbia bisogno di tempo e, di conseguenza, dietro a ogni singolo pezzo c’è un’enorme quantità di lavoro. Purtroppo oggi il mercato della musica è un’incognita per chiunque. Il mio non è un prodotto commerciale e nonostante abbia ricevuto diversi complimenti dalle case discografiche, è chiaro che prima di poter sfondare, bisognerebbe riuscire a creare una piccola hit, che possa poi lanciarmi in maniera più decisa”.
Lei è un insegnante di italiano, questo in qualche modo influenza la sua musica? 
“Sicuramente. Ho sempre apprezzato la letteratura e la poesia e le mie prime canzoni sono nate proprio sotto queste particolari forme. Credo inoltre che una canzone debba rappresentare un equilibrio perfetto tra musica e testo, e questo probabilmente anche a causa della mia deformazione professionale. E’ poi bellissimo vedere qualche studente ai miei concerti, e notare come da quel momento la sua considerazione di me cambi, riuscendomi a vedere più come persona e meno come docente”.
Ecco quindi un professore/musicista, capace di creare dei suoni che emozionano e che associando due mestieri tanto antichi, riesce a dar vita a delle vere e proprie poesie sonore.
Francesco Palumbo

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