Il nuovo volto della Diocesi di Carpi

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Sono tempi duri in cui il pensiero principale è quello di far quadrare i conti. La crisi non guarda in faccia nessuno e anche la Chiesa locale è alle prese con un’impegnativa operazione di risanamento. “Avevamo più dipendenti della Diocesi di Bologna” avrebbe detto recentemente il Vescovo Francesco Cavina, per spiegare l’urgenza di una riorganizzazione a cui ha messo mano fin dall’inizio del suo mandato. Vano il tentativo di verificare i numeri: “queste sono informazioni che la Curia non vuole rendere pubbliche” riferisce la segreteria dell’economo bolognese Monsignor Nuvoli.

Per far fronte alle difficoltà economiche, la strada scelta da Monsignor Cavina è stata quella di rimuovere i laici che ricoprivano ruoli di primo piano all’interno della Diocesi per risparmiare i compensi che percepivano. Non si tratta certo di stipendi da favola ma i sacerdoti che li hanno sostituiti sono a costo zero. Non c’è più da stupirsi davanti a scelte dettate esclusivamente da logiche di risparmio ma le modalità così spicce con cui sono state effettuate, quelle sollevano qualche perplessità. Così come questa progressiva clericalizzazione della chiesa locale, per cui i laici vengono sostituiti da sacerdoti, scioglie ogni dubbio rispetto alla strada intrapresa dalla Chiesa cattolica, sempre più animata da uno spirito conservatore. C’è stato un periodo di grande entusiasmo in cui, sull’onda del Concilio Vaticano II, si è tentato di ridare al laicato il suo ruolo specifico riprendendo la visione originaria della Chiesa, tanto che in Lumen Gentium prima di parlare del Papa e dei vescovi si parla del popolo di Dio. A distanza di cinquant’anni le cose sono cambiate e la Chiesa pure, ma non si dica che sono le esigenze di bilancio a definire il nuovo volto di una diocesi!

In attesa dell’ apertura dell’anno pastorale, la prima per Cavina, da cui potranno sicuramente venire le risposte che la comunità aspetta, il Vescovo dovrà risolvere i dubbi sollevati dal maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, sul suo ruolo nella vicenda dei documenti trafugati a Papa Benedetto XVI.

Sara Gelli

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