Michela Marzano – “L’amore è l’unione di due…

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“Questo è il paradosso dell’amore fra uomo e donna: due infiniti si incontrano con due limiti; due bisogni infiniti di essere amati si incontrano con due fragili e limitate capacità di amare”. E’ con questa frase del poeta Rainer Maria Rilke, da lei molto amato, che la filosofa italiana e docente a Parigi, Michela Marzano, ha sintetizzato il senso della sua lezione magistrale dal titolo La donna: oggetto di possesso o oggetto d’amore?. In realtà, la studiosa che per lungo tempo si è occupata delle tematiche legate al corpo ha spiazzato quanti, da lei, si attendevano una perorazione in chiave ‘femminista’ della dignità della donna, schiacciata e repressa dalle culture e dalle visioni maschili: “Troppo facile – ha chiarito sin da subito – parlare di donne oggetto, soprattutto in questo frangente storico. Per anni infatti la tendenza dominante, sulla scia del dualismo anima-corpo, identificava l’uomo con la prima e la donna con il secondo, dove l’idea di corpo assumeva una valenza negativa, in un’ottica che lo vedeva come la prigione dell’anima, come un peso dal quale ci si dovesse liberare per raggiungere la purezza. Quello che vorrei approfondire qui, oggi, tocca allo stesso tempo uomini e donne: possiamo amare senza ridurre l’altro – chiunque esso sia – a oggetto del nostro desiderio?”. Per rispondere a questa domanda, la Marzano ha evidenziato come l’amore sia in realtà composto da tre sentimenti-emozioni-pulsioni: l’amicizia – filia, la carità – agape, e il desiderio sessuale – eros. Ora, se l’amicizia comporta reciprocità, è invece connaturata all’eros la volontà di soddisfare un bisogno, necessità che, inevitabilmente, riduce l’altro a oggetto del proprio piacere. “Già Platone aveva chiarito definitivamente tutto ciò che ci serve sapere sul desiderio, stabilendo che si desidera ciò che non si ha e che ci manca. Ma se siamo consapevoli di come anche la persona che amiamo sia alla ricerca di qualcuno che possa colmare la sua mancanza, allora appare chiaro come nessuno dei due potrà mai soddisfare completamente nè il desiderio di pienezza, nè i bisogni dell’altra”. Insomma, la relazione amorosa si configura come un va e vieni tra dipendenza e autonomia – tra eros e filia – perché non si può dare dissociazione tra amore e desiderio, tra donna angelicata e prostituta. “E dove essa vi sia, ci dice Freud, questo è un problema”. Non v’è insomma contraddizione tra oggetto di possesso e oggetto d’amore, perché colui o colei che amiamo sarà sempre custode di questa doppia valenza.
”L’amore è in definitiva l’incontro di due vuoti – il vuoto che ognuno di noi sente, dalla nascita, di dover colmare, e che è quindi un dato caratterizzante la condizione umana – che decidono di attraversare il vuoto che hanno di fronte tenendosi per mano”. Citando Adorno, quando scrive che: “sei amato solo dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza”, Marzano ha concluso che: “la difficoltà di farsi accettare per quel che si è, rimanere soggetto autonomo, nonostante il desiderio, le speranze e le necessità di chi ci ama rappresenta, forse, il minimo comun denominare dell’intera umanità”.
Marcello Marchesini

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