Una grande famiglia

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C’è Giuseppe Cattini, che ti accoglie con un sorriso grande così e, senza stare mai fermo, senza smettere mai di chiedere se hai bisogno di qualcosa, trova anche il tempo per sparare battute a raffica, mentre ti accompagna al tavolo, una mano sulla spalla e mille pensieri che gli frullano in testa contemporaneamente. Ci sono Piero e Savino, due giovani volontari pugliesi dell’Associazione Amica, che raccontano di essere felicissimi di poter dare una mano perché “questa bella gente ci ha fatto veramente respirare aria di casa”. Ci sono Elis e Franca, ‘le veterane’ del circolo, qui da quando è nato che, con fare materno, accolgono gli ospiti e, come tutte le mamme italiane che si rispettano, per i propri ospiti non hanno che lodi. “Sono splendidi, il primo giorno addirittura volevano aiutarci a servire e sparecchiare portando i piatti in cucina. Quello che facciamo è il nostro modo di ringraziare questi angeli”.

C’è Sergio, che con il suo corpo segaligno riesce, non si sa come, ad apparire ovunque per domandarti, mentre stai mangiando, se vuoi ancora qualcosa e, soprattutto, sorprendendosi un po’ se non si assapora un bel bicchiere di Lambrusco. Poi ci sono loro, le centinaia di Vigili del Fuoco e agenti di Polizia locale di Milano che, ogni giorno, dal lunedì alla domenica, arrivano qui al Centro sociale Guerzoni, al civico 1 di via Genova, per gustare il pranzo preparato loro dai volontari. “Oggi ci sono 124 coperti – spiega con fierezza Giuseppe – ma io non mando mai via nessuno. Questi ragazzi sono arrivati da Livorno, Grosseto, Camaiore, Varese, Torino, Cuneo, Brescia, Bergamo, Venezia. Insomma qui ci è passata tutta Italia. Fino ad oggi, dal 7 giugno, abbiamo preparato 2mila pasti e un gruppo da Ferrara ci ha persino portato la salama da sugo”…

Ovviamente nessuno degli ospiti della trentina di volontari deve sborsare un euro. “Gli facciamo tutta roba genuina, garantita e fatta in casa – spiega uno dei cuochi con una certa fierezza molto emiliana – si va dalle lasagne, molto gradite dai Vigili del Fuoco di Salerno e dell’Alto Adige, le pappardelle all’emiliana, gnocco fritto, insomma avete capito”. Sì, in effetti basta ascoltare in sala le centinaia di risate e gli accenti più diversi per comprendere come il buon cuore delle nostre genti non è soltanto un modo di dire o una comoda leggenda. I ‘ragazzi’ del Guerzoni sono riusciti, da soli, nell’impresa più grande: far sentire chi è venuto ad aiutare i terremotati a casa propria, accolto con affetto, cura e cameratismo. Tanto che Giuseppe, mentre indossa con orgoglio una maglia dei pompieri, donatagli da una delle squadre per riconoscenza, ribadisce: “qui andremo avanti finché ce ne sarà bisogno”.

Anche Lucio Napoli, Vigile del Fuoco di Perugia, conferma: “trovare situazioni come questa a noi fa estremamente piacere, perché ci aiutano ad alternare a momenti molto intensi e faticosi di lavoro altri di serenità e tranquillità”. La cosa più bella di questo pranzo trascorso insieme alla grande famiglia del Guerzoni? Vedere Giuseppe Cattini che traduce, per un Vigile del Fuoco del Sud Italia, una strofa del poeta dialettale Loris Guerzoni incisa su di una targa. Come dire: noi emiliani non ci accontentiamo di farli ingrassare, vogliamo persino insegnargli il dialetto.