Tra istinto e passione

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Per Enrico Davolio, noto in città per essere il gestore dello storico negozio di abbigliamento Focherini Sport, l’arte è in primo luogo emotività e istintività. Per questo gli elementi chiave della sua pittura materica sono la terra, i colori, lo spazio e l’individuo nella sua espressione più autentica. “Il mio innato legame con la materia traspare dalle mie opere – ci spiega Davolio – in cui, con pennellate, incisioni e spatolature, il colore prende forma dando vita a soggetti inaspettati”. Una pittura densa e informale nella quale Enrico, autodidatta che vanta una collezione di oltre 500 libri d’arte, esterna, con disarmante candore, emozioni, sensazioni e ricordi. Le opere di Davolio, la cui passione per l’arte è nata in modo del tutto spontaneo 12 anni fa, prendono vita da una base comune: tela di juta e colla cementificata mista a polveri metalliche, per poi diversificarsi enormemente le una delle altre, sorprendendo ogni volta l’osservatore. “Dipingo sempre con un sottofondo musicale e, a seconda del genere, emergono dalla tela forme più o meno energiche e intense. Adoro le canzoni dei Toto e degli Eagles, ma è il jazz a stimolare le mie creazioni più ardite”, afferma sorridendo. Al primo periodo della sua attività pittorica appartengono tele che sono esplosioni di cromatismi vitaminici come Carnevale e Illusione, un’opera, quest’ultima che, come ci racconta Davolio, “si fregia dell’onore di essere appesa in casa del sindaco Enrico Campedelli”.
Con La Serenità del Paesaggio Enrico, seguendo le orme di Chagall, rappresenta un sogno all’interno del quale elementi profondamente diversi, morfologicamente e tematicamente, convivono in perfetta armomia cromatica e spaziale. Una lieve traccia del genio di Modigliani affiora nella raffinatezza dei volti della tela Specchio di Mezzanotte, così chiamata per la somiglianza quasi speculare dei tre visi. La materia irrompe con maggior vigore ne Il riposo del samurai, nel quale, su una corposa base rossa, si mescolano in maniera pregnante sottili listelli di legno e pennellate di vernice nera, bianca e blu – colore, quest’ultimo, particolarmente amato da Davolio – a suggerire la quiete del guerriero dopo la sanguinaria battaglia. E poi, un romantico omaggio alla moglie, compagna nella vita e nel lavoro, in La scelta: “lei è la luce che orienta tutte le mie scelte, rappresentate figurativamente attraverso finestre dalle quali si intravedono incerti paesaggi”.
Ma le realizzazioni pittoriche di Davolio non sono solo allegria caraibica e solarità mediterranea.
In una delle sue opere più recenti, Meteora, lo spazio immenso così fittamente intrecciato e talvolta lacerato è espressione dell’attuale disordine in cui versa il nostro Paese. Un tema intorno al quale l’artista carpigiano esprime l’intenzione di sviluppare presto altre opere. Enrico mi parla anche della sua immensa stima nei confronti del celebre artista-scultore carpigiano Romano Pelloni. “Custodisco in casa alcune sue meravigliose creazioni”, ci tiene a ricordare Davolio, che conclude: “sono tanti gli artisti che ammiro e da cui traggo ispirazione per la mia arte, ma ciò che maggiormente mi trasmette carica positiva sono la mia famiglia e l’affetto delle persone che mi circondano”.