“Concittadini, amici, fratelli di questa stessa nazione che si chiama Italia e che tutti amiamo. Possiamo farcela. Ce la faremo. Grazie a Dio non abbiamo bisogno né del governo né dell’Europa. Il nostro problema è che abbiamo dei debiti. Molti debiti”, con queste parole inizia l’appello pubblicato le scorse settimane dal Corriere della Sera, lanciato da Giuliano Melani, responsabile di leasing dell’UniCredit Leasing Spa, di Quarrata, Pistoia, ad aver acquistato un’intera pagina del Corriere della Sera per invitare gli italiani a comprare i titoli di stato. “Facciamo uno sforzo, compriamo il nostro debito (che ammonta a circa 1.900 miliardi di euro). Chi più ne ha più ne metta. Rechiamoci in banca, mandiamo a ruba i nostri titoli di Stato”. L’appello ha trovato numerosi sostenitori: politici, imprenditori e cittadini comuni hanno acquistato Buoni poliennali del Tesoro. E la Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi ha risposto positivamente all’appello? Lo abbiamo chiesto al presidente Gian Fedele Ferrari. “Abbiamo acquistato 20 milioni di euro in titoli di stato (a due – tre anni) non solo per rispondere a un appello salva Stato ma anche per ragioni di ovvia natura economica, considerato il loro rendimento netto al 5,50”. Purtroppo con i 300 miliardi di debito in scadenza e che lo Stato dovrà rifinanziare l’anno prossimo il tasso di rendimento potrebbe aumentare ancora”. Dopo la Grecia anche l’Italia avrà un governo tecnico di unità nazionale per cercare di superare la crisi. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito al senatore a vita Mario Monti l’incarico di formare un nuovo esecutivo.
*b*Cavalier Ferrari, come crede reagiranno i mercati?+b+
“Finalmente è stato tolto il tappo della bottiglia, ora dobbiamo assaggiare la qualità del vino e speriamo ci dia forza. Guardo con favore e speranza al Governo Monti – conclude il presidente – ma sono convinto che potremo superare l’empasse e riguadagnare credibilità solo se questo governo saprà dialogare col Parlamento e se tutti si assumeranno le proprie responsabilità, per il bene dell’Italia”.
*b*Il colpo di genio della Fondazione+b+
La Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, a differenza di quella di Modena, con lungimiranza ha venduto, in tempi non sospetti, tutti i titoli di Unicredit, oggi precipitati. Un’operazione che, di fatto, anche in vista della ricapitalizzazione a gennaio del gruppo bancario, ha salvato la liquidità della Fondazione.
“La Fondazione – spiega il cavalier Ferrari – aveva il 62% delle azioni dell’allora Cassa Risparmio Carpi Spa che ha poi ceduto in due tranche, nel 2000 e nel 2003, a Rolo Banca Spa, ora UnicrediBanca Spa, per un controvalore in denaro e non in cambio di azioni”.