E’ impazzito”. Forse è questo pensiero ad aver attraversato la mente dei suoi genitori quando Simone ha comunicato loro di voler volare in Australia per seguire la sua ragazza. Lei è Mariangela Mazzeo, carpigiana di 27 anni che, frequentando il corso di Laurea specialistica in Lingue per la comunicazione nell’impresa e nell’organizzazione internazionale all’Università di Modena ha meritato una borsa di studio per affrontare un semestre presso la UTS (University of Technology, Sidney). “Prima ho dovuto superare un test di lingua, e per fortuna ce l’ho fatta. Con me sono partite altre quattro ragazze dell’Università di Modena”. Fin qui ‘solo’ una bella storia di talento premiato, se non fosse che Simone Donadio, 25 anni, al pensiero di dover passare così tanto tempo lontano dalla ragazza che ama, si sente mancare la terra sotto i piedi. Ed è così che sceglie di seguirla, anche se non conosce nessuno in Australia e, per sua stessa ammissione, la sua conoscenza della lingua inglese è molto limitata. E’ il 22 gennaio 2011 quando la coppia di giovani lascia Carpi e l’Italia alla volta di un continente che somiglia più a un altro mondo. “I primi giorni siamo andati alla ricerca di una casa, dal momento che la permanenza non sarebbe stata breve – racconta Mariangela – e abbiamo trovato un appartamento in affitto con altri ragazzi. Il 14 febbraio ho poi iniziato i corsi, ma i primi tempi sono stati dedicati all’accoglienza e alla conoscenza del funzionamento della vita universitaria nel campus, che era davvero molto grande”. A marzo sono iniziate le lezioni vere e proprie, conclusesi a giugno: “E’ stata un’esperienza assolutamente positiva, nonostante il metodo di studio fosse assolutamente diverso da quello che abbiamo in Italia, perché lì c’erano test continui e il ritmo di studio era molto sostenuto”. Con Mariangela tanti altri italiani “e giovani provenienti da ogni parte del mondo. L’organizzazione dell’università poi è impeccabile, ci sono uffici ovunque e per qualsiasi esigenza degli studenti. Cosa che in Italia non esiste: credo che chi da lì venga nel nostro Paese resti, almeno inizialmente, un po’ spaesato”. E Simone, nel frattempo? “Sin da subito ho cercato lavoro come un matto, stampando tantissimi curriculum e girando per tutta la città. Ma non ho avuto molta fortuna: per un po’ ho fatto il lavapiatti poi, per due settimane, il muratore, ma il cantiere è stato bloccato per delle irregolarità del costruttore”. Mentre la sua bella è presa tra lezioni e studio, Simone fatica a trovare un lavoro che gli consenta un minimo di stabilità. “Ero un po’ demoralizzato, quando il caso ha voluto che incontrassi Stefano Meloni, un ragazzo di Carpi! L’anno precedente Stefano aveva fatto un’esperienza di lavoro in una fattoria nel Qeensland e mi ha consigliato di tentare, perché c’era la possibilità di guadagnare molto bene”. Così Simone si reca sulla Sunshine Coast , distante più o meno un migliaio di chilometri da Sidney e da Mariangela che, si intuisce subito dal suo sguardo mentre me lo raccontano, all’inizio non gradì molto la notizia. “Sono rimasto là 4 mesi, alloggiato in un working hostel dove, come me, tanti ragazzi volevano un lavoro per guadagnare abbastanza per poi girare il continente”. Alla fattoria Simone ha raccolto fragole, frutto della passione e ananas. “E’ stato un lavoro decisamente duro: 10 ore al giorno, quasi tutti i giorni, anche perché lì intorno non c’era molto da fare. Ma la paga era davvero invidiabile: 18 dollari l’ora”. E se per Simone non era stato troppo affrontare un viaggio dall’Italia all’altro capo del pianeta pur di star vicino a Mariangela, cosa potevano essere mille chilometri? “Il 10 giugno sarebbero passati 2 anni da quanto decidemmo di stare insieme, così il venerdì dopo il lavoro ho preso un volo a sua insaputa e sono andato a trovarla per farle una sorpresa, per poi ripartire il lunedì mattina”. Alla fine del periodo di lavoro nella fattoria la coppia si è finalmente riunita. Conclusi i corsi, anche Mariangela ha lavorato: come cameriera di giorno e in un ristorante indiano la sera, per pagarsi il ‘viaggio nel viaggio’ che di lì a poco sarebbe cominciato. A metà settembre sono infatti partiti, visitando tutta la East Coast australiana, per poi lanciarsi alla volta del Sud Est asiatico: Thailandia, Cambogia e Bali. Tra le tante avventure, una in particolare: a tre ore circa da Sidney c’è Port Macquarie, località dove è situato un celebre Koala hospital. Ed è proprio qui che, per i due innamorati, è avvenuto un incontro tanto speciale quanto inaspettato: “abbiamo visto un koala con una gamba amputata, e abbiamo deciso di adottarlo, nel senso che abbiamo lasciato una quota per il suo sostentamento annuale”, commenta Mariangela. Purtroppo però tutto ha una fine e il 27 ottobre Simone e Mariangela sono dovuti tornare in Italia. Tra i tanti ricordi indimenticabili, per Simone i più significativi sono stati gli incontri. “Ho conosciuto giovani da ogni parte del mondo: coreani, inglesi, persino un estone. Ognuno raccontava cosa avveniva nel proprio Paese, abbiamo messo a confronto culture diversissime… Là ho imparato anche a cucinare: facevo la pasta soltanto per darla agli altri e ricevere, in cambio, cibi tra i più esotici. Per esempio ho incontrato un coreano, ora mio amico, che mi cucinava una pietanza che richiedeva tre ore di preparazione e del quale andavo letteralmente pazzo”. Anche Mariangela ha stretto una bella amicizia “con Emma, una ragazza italo-australiana con il fidanzato nato in Veneto. Con lei ho legato molto, tanto che verrà presto a trovarci”. Ma restando via per tanti mesi, hanno mai avuto nostalgia? “Della famiglia e degli amici sì – afferma serio e sicuro Simone – ma, purtroppo, mai dell’Italia. Mi fa male dirlo, ma nel nostro soggiorno all’estero solo una volta ci è capitato di vedere la Tv italiana via satellite. Si trattava di Porta a Porta, in una puntata nella quale si diceva come, per la prima volta dal dopoguerra, la generazione dei figli sarebbe stata più povera rispetto a quella dei genitori”. Conclude Mariangela: “ci siamo demoralizzati. In Australia si respira proprio un’altra aria. Di positività, rilassatezza, gentilezza e fiducia nel futuro. Vedremo come andranno le cose, ma se qui non ci sarà un futuro, siamo pronti a ripartire”.
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