Treni che cadono a pezzi

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La Procura di Modena ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza il reato di disastro ferroviario colposo, dopo che alcuni viaggiatori di un Intercity proveniente da Salerno e diretto a Milano lo scorso 19 agosto sono rimasti lievemente feriti dalla rottura dei finestrini causata dall’urto del treno in corsa con materiale ferroso, a poche centinaia di metri dalla stazione di Castelfranco Emilia. Otto passeggeri hanno riportato lievi escoriazioni e sono stati medicati all’ospedale, un’altra trentina di persone sono state valutate sul posto dai sanitari del 118. Il pezzo pare essersi staccato dal treno regionale Bologna – Carpi transitato sul binario circa mezz’ora prima dell’intercity della paura, dal quale oltre 700 passeggeri, tra il panico generale, sono stati costretti a scendere per essere poi caricati su un altro convoglio. Il pm Marco Niccolini ha disposto il sequestro del quinto vagone del convoglio regionale 5540, che si trova al momento “parcheggiato” sul binario 1 della stazione di Carpi. Sarà invece un consulente, esperto in trasporti ferroviari, nominato dallo stesso pm ad accertare quale parte metallica si sia staccata dal treno provocando l’incidente. Al momento l’ipotesi più accreditata è che a sganciarsi sia stato il giunto metallico che unisce l’asse anteriore a quello posteriore del vagone. Anche Trenitalia ha aperto un’indagine interna, indagine che rischia però di essere vanificata da quella della Procura della Repubblica di Modena, qualora venisse accertato che il Bologna – Carpi ha perso un pezzo per negligenza colposa. Tragedia solo sfiorata ma, più volte, annunciata. Da anni, infatti, si denuncia il pessimo e vetusto stato in cui versa il materiale rotabile che, giorno dopo giorno, riversa centinaia di pendolari – e non solo – dalla nostra città a Modena e Bologna. “La scarsa manutenzione – sottolinea Angelo Frascarolo, portavoce del Comitato Pendolari della linea ferroviaria Modena – Carpi – Mantova – è uno dei tanti aspetti dell’insufficenza del servizio. Un treno non perde un pezzo se viene revisionato come si deve”. L’incidente di Castelfranco sembra avere ulteriori strascichi: “lasciando il treno guasto sul primo binario, abbiamo visto le prime difficoltà nel giorno stesso di passaggio all’orario ordinario – dal 29 agosto – per cui i treni che sarebbero dovuti arrivare sul primo binario per poi tornare a Modena, sono stati dirottati sul secondo. Non capisco perché non l’abbiano spostato su un binario morto, mi pare una cosa talmente elementare che resto basito. Se uno ha l’auto rotta, non la parcheggia davanti all’uscita del garage”.
Non ci resta che attendere il “verdetto” della Procura, cui ora spetta il compito di accertare le responsabilità e la eventuale mal manutenzione del trenino “killer”.

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