Ermanno Pavesi, assistente scelto del Corpo dei Vigili urbani di Carpi (ora Terre d’Argine), decano delle guardie municipali, affettuosamente chiamato dai suoi colleghi “Pavesino”, sta per attaccare la divisa al chiodo e andare in pensione. Il vigile più conosciuto e apprezzato dai carpigiani, certamente il più amato dai suoi colleghi, lascia il servizio iniziato nel 1981 quando vinse un concorso pubblico. Attualmente Pavesi è responsabile del servizio di vigilanza nella zona del centro storico, dove è conosciuto da tutti, commercianti, artigiani e residenti. Il classico vigile di quartiere o il bobby di stampo inglese insomma che, prima di essere inflessibile elargitore di contravvenzioni, è il vigile–amico che, al di fuori di retorica, consiglia ed indirizza il cittadino in stato di necessità. Nativo di Soliera, 62 anni, Pavesi ha un passato di podista avendo corso diverse Maratone, tra cui quella di New York, con la soddisfazione di averla portata a termine. Con la maglia dei Vigili urbani carpigiani ha partecipato a diverse edizioni dei Campionati italiani ed europei di corsa campestre. Come è cambiato negli anni il ‘mestiere’ di vigile? “Il vigile non si occupa solo di controlli stradali – risponde – e io stesso mi sono dedicato via via al controllo delle attività edilizie, delle attività commerciali, di notifica di atti, revoche di patenti”. E la città come si è modificata? “In meglio, con un maggiore senso civico da parte dei cittadini e un maggiore rispetto di leggi e regolamenti”. La gente lamenta un eccessivo numero di contravvenzioni stradali… “E’ una sensazione sbagliata perché, viceversa, le contravvenzioni sono diminuite appunto perché c’è un maggiore rispetto dei doveri e l’introduzione del disco orario ha ridotto le multe per divieto di sosta”. Nell’ordine pubblico si assiste però a una crescita della mini criminalità. “Grazie alla collaborazione tra le Forze dell’Ordine sono diminuiti i fenomeni delinquenziali gravi, di un tempo: si è quasi del tutto bloccato lo spaccio di droga e le rapine alle banche, scongiurato il fenomeno della prostituzione sulle nostre strade, spariti i lavavetri e scomparsi i furti di autoradio, così come le risse tra bande giovanili. Si è trattato di un’attività di prevenzione del crimine il cui merito va ascritto anche al nostro ex comandante Pulga con cui mi onoro di avere collaborato. Resta il problema nuovo della presenza, spesso fuori legge, dei nuovi immigrati, ma si tratta di fenomeni malavitosi localizzati in alcune zone della città, ben note, che teniamo sotto controllo, come in via Berengario o al Parco, dovuti spesso a ubriachezza o a casi di vera indigenza come nel condominio di via Lago di Bolsena”. Sono però in ascesa gli incidenti stradali anche mortali. “Sì, ma solo in alcune strade che devono sopportare il traffico automobilistico maggiore come i viali della immediata periferia, Lama, Cattani, Biondo, Ugo da Carpi e Alghisi”. In trent’anni di servizio sulle strade avrà senz’altro vissuto episodi violenti di scontro con malviventi. “Sì, in due occasioni me la sono vista brutta e ho dovuto ingaggiare un conflitto a fuoco, ma in entrambi i casi mi è andata bene”. Ci racconti. “Avvenne quando davanti a una Sala giochi intervenni con un collega per schiamazzi e disturbo ma, alla richiesta dei documenti, venimmo aggrediti con calci e pugni. Finii in ospedale e gli aggressori in carcere. Il secondo episodio fu più drammatico perché, durante un controllo di un’auto sospetta, rinvenimmo merce chiaramente frutto di un furto. Al momento della contestazione, i due malviventi si dettero alla fuga a tutta velocità, ma noi li inseguimmo e vi fu uno scambio di colpi di arma da fuoco. Riuscimmo a bloccare l’auto, ad arrestare i due banditi, che poi vennero processati e condannati e a recuperare la refurtiva. Innumerevoli anche i casi di placcaggio di ladruncoli, spesso giovani nomadi, al mercato ambulante del giovedi in piazza Martiri, con la restituzione della merce ai commercianti”. E cosi ora il ‘bobby’ della Polizia municipale carpigiana lascia per andare in pensione e con lui se ne va una figura che sarà rimpianta perchè Pavesi ha interpretato il proprio ruolo con comprensione, umanità ed elasticità, privilegiando la prevenzione e la dissuasione, prima ancora di estrarre il libretto delle contravvenzioni.
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