“Padri: vergognatevi”

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Ciascuno di noi ha il diritto di essere felice. Ma il perseguimento della propria felicità non dà a nessuno il diritto di calpestare quella altrui, soprattutto se, ad essere compromessa, è quella dei propri figli. Qualche giorno fa in Redazione è venuta una donna che ha voluto raccontarci la sua storia. La chiamerò Emma.
Emma è una donna di successo. In carriera. Determinata, vitale e piena di energia. Come molte altre, è divorziata ed è una madre. Da ventidue anni, suo figlio è malato e necessita ogni giorno di cure, attenzioni, sostegno. Una vita a due la loro, irta di quotidiane difficoltà. Il suo ex marito non ce l’ha fatta. Dopo che ogni aspettativa era stata infranta, ha deciso di rifarsi una vita, da un’altra parte. Con un’altra donna. Da anni, con una famiglia nuova e altri bambini da accudire, ha completamente abbandonato il suo primogenito. Per Emma invece, nessuna scelta, se non quella di continuare ad amare il proprio figlio. Nonostante tutto. Da sola. “Oggi mio figlio ha 22 anni e non conosce suo padre che, pur chiamandolo al telefono, non partecipa in alcun modo alle spese mediche che, anno dopo anno, mi sono sobbarcata e non coinvolge suo figlio in nessuna attività. Si giustifica dicendo che non ha soldi ma è una vergogna che un padre rinneghi suo figlio semplicemente perchè non all’altezza delle sue aspettative”. Quest’uomo oggi si è rifatto una famiglia. Una nuova vita. Una nuova casa. Un colpo di spugna e il passato è stato cancellato. Tenuto a debita distanza. “Sono troppe le madri lasciate sole a crescere i propri figli, abbandonate da mariti incapaci di gestire la sofferenza. Uomini senza coraggio che scelgono la strada più facile: scappare. Io sono fortunata, economicamente sono sempre riuscita a far fronte a tutte le spese della mia famiglia ma ci sono donne per le quali la vita diventa un inferno. Assistere senza il sostegno di nessuno qualcuno che amiamo è già un calvario, se a ciò si aggiungono anche problemi economici allora il peso da tollerare diventa davvero troppo. Io ho le spalle grandi ma, nonostante ciò, mi sento stanca. Spossata. Troppi gli oneri e le responsabilità che il carico di cura comporta. Voglio denunciare ad alta voce la pusillanimità di tutti gli uomini che scappano. L’amore può finire all’interno di una coppia, ma quello per un figlio no. Si può lasciare una donna, sposarne un’altra, ma tuo figlio va salvaguardato. Amato. Curato. Non lo si può lasciare solo, a maggior ragione se è malato. La malattia fa paura a tutti, madri comprese, ma scappare di fronte a essa è un atto di viltà. Si può essere presenti anche vivendo in un’altra casa”. Emma non fa giri di parole. E non fa sconti. “Questi padri devono vergognarsi; non ci sono parole abbastanza spregevoli per descrivere il loro atteggiamento”. Una denuncia questa che Emma lancia “a vuoto, probabilmente, ma è l’unico modo che ho per abbracciare virtualmente tutte le donne che, come me, non hanno avuto scelta”.

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