Che futuro potrà avere il Paese con questi tagli all’istruzione?

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Non ci stanno a passare per studenti che si trascinano in ‘polleggio’ da un’aula all’altra ma rivendicano il valore della loro protesta come momento di crescita culturale e sociale. Sono dispiaciuti per ciò che è successo ai ragazzi del PdL che sono stati aggrediti in Piazza Martiri.
Gabriele Guaitoli, studente del Liceo scientifico, ha presieduto il dibattito fra le parti politiche durante la seconda giornata di occupazione. Giorgio Spedicato è rappresentante di istituto, sempre al liceo M. Fanti.
Quando si occupa, solitamente si rivendica qualcosa. Che cosa in questo caso?
“Quando si occupa non è detto che si rivendichi qualcosa: occupare è la forma più estrema di protesta che consiste nell’impedimento di pubblico ufficio e di servizio pubblico e serve per creare disagio e “farsi notare” non tanto dai media quanto dagli studenti stessi, che spesso non si interessano minimamente neanche di ciò che li coinvolge direttamente, indipendentemente dalle opinioni politiche. Abbiamo vissuto l’occupazione del liceo come quella che realmente è stata: una forma di protesta forte. Ovviamente ne abbiamo approfittato per creare un momento di crescita culturale e sociale autogestendoci le lezioni e organizzando dibattiti e, ovviamente, facendo nuove amicizie e conoscenze”.
La riforma alle scuole superiori è stata approvata mesi orsono. Che senso ha protestare oggi?
“La riforma delle superiori è stata approvata nel 2008. Oggi noi protestiamo per la riforma dell’Università che è in discussione alle Camere. Hanno partecipato alla protesta tutti i ragazzi che vedono in questa riforma un impedimento per il futuro, un impoverimento delle possibilità: noi studenti saremo la classe dirigente e l’Italia del futuro, che futuro potrà avere il Paese con questi tagli all’istruzione?”.
Che cosa è successo dentro la scuola in quei tre giorni? Che cosa avete prodotto?
“Sono stati tre giorni enormemente costruttivi sul piano culturale e umano: le mattine erano tutte dedicate a lezioni autogestite su argomenti di politica, cultura e attualità: lettura commentata della costituzione, dibattito politico, sessione di creazione di un’ipotetica “riforma ideale”, ma anche lezione di fotografia, visione di film sulla musica e sul suo collegamento ai movimenti studenteschi. Il secondo giorno c’è stato anche un interessantissimo dibattito di quasi tre ore sul ddl Gelmini che ha visto come relatori diversi esponenti di fazioni politiche opposte, studenti universitari, sindacalisti e studenti liceali. Durante i pomeriggi, la socializzazione nel senso lato del termine prendeva il posto delle lezioni: ci sono stati momenti di svago e di relax ma anche momenti più difficili come quelli che ci hanno visto impegnati, chi più chi meno, in ronde notturne alle 4 del mattino o in pulizie generali del Liceo, che abbiamo riconsegnato in condizioni perfette ai bidelli”.
Cos’è successo al gazebo del Pdl?
“Innanzitutto, vorrei precisare che il fatto non è da collegare ai collettivi o alle occupazioni, in quanto i primi sono presenti solo al Fanti (e comunque non erano presenti alla contestazione davanti al banchetto del PdL) e le seconde si sono svolte, almeno da noi, in modo pacifico e tollerante. In ogni caso, tutto è avvenuto a causa di un gruppo di 60-70 studenti, che sono andati oltre la contestazione verbale passando a insulti e spintoni e che si sono staccati dalla manifestazione di Piazza Garibaldi. Si tratta di individui estranei alle occupazioni e alcuni studenti del Fanti hanno cercato, inutilmente, di calmare e disperdere la folla mentre altri liceali che sono giunti al banchetto dopo che tutto era già iniziato, appena hanno visto cosa stava succedendo, si sono allontanati. In seguito sono intervenute le Forze dell’Ordine. Ci dispiace per i ragazzi del PdL che sono stati aggrediti, ma anche per tutti gli studenti pacifisti e non coinvolti negli eventi che hanno fatto una pessima figura a causa della vicinanza cronologica dei fatti con la fine delle occupazioni e della manifestazione”.

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